“Disposizioni per favorire l’applicazione e la diffusione della Medicina di genere”: la proposta di legge 3603 è stata depositata alla Camera dei Deputati dall’On. Paola Boldrini. L’obiettivo della Medicina di genere è di personalizzare diagnosi e terapie prestando una maggiore attenzione alle patologie che si manifestano in modo diverso a seconda del sesso del paziente, senza dimenticare gli aspetti psicologici e culturali.
In particolare la proposta è stata di ispirazione alla riunione del dicembre 2016 della Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia.
Quest’Organismo, Presieduto dal Prof. Andrea Lenzi nell’ultima sessione ha approvato all’unanimità, trasformando in Mozione con raccomandazione a tutte le Università, il Progetto Pilota descritto dalla Prof. Tiziana Bellini, Coordinatrice del Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia e delegata alla Didattica dell’Università di Ferrara, la quale, approfondendo i dettagli di applicazione, ha descritto ciò che Ferrara ha già intrapreso e cioè l’integrazione nei singoli Corsi di Laurea Magistrale di Unità Didattiche relative alla Medicina di Genere, a partire dall’aa 2017-2018. Piccole integrazioni per rendere ufficiale ed efficace la tematica.
“Una delle nuove frontiere della medicina – si legge in una nota – consiste nel personalizzare nel modo più efficace ed appropriato la cura. Le evidenze scientifiche portano a sottolineare quanto il percorso di diagnosi e cura debba tenere conto delle differenze tra uomo e donna date dal sesso di appartenenza, ma anche dal genere, che consegue dal ruolo sessuale. Quindi non solo sotto l’aspetto anatomo-fisiologico, ma anche le differenze biologico-funzionali, psicologiche, sociali e culturali. Una formula che si riassume nella definizione di Medicina di Genere. Applicare questo, che non si presenta come disciplina medica aggiuntiva a quelle già esistenti, ma nuovo orientamento dell’intera medicina, richiede attenzione a molti ambiti di interesse, primo fra tutti, la formazione”.
Lo scopo del Progetto Pilota, promosso dall’Università di Ferrara e dall’Università Sapienza D, di cui è Coordinatrice del Corso di Laurea in Medicina la Prof.ssa Stefania Basili, è quello di “sensibilizzare le nuove generazioni di medici, per cui è importante che nel corso di studio in Medicina e Chirurgia sia previsto in maniera strutturata, un approccio di genere come parte integrante del processo formativo”.
Hanno già aderito, oltre all’Università di Ferrara e Roma Sapienza, altri Atenei Italiani fra i quali Palermo, Napoli Federico II, Campobasso, Foggia, ma “stanno arrivando molte altre adesioni”.