Potremmo definirlo una sorta di “segnale precursore”, la capacità di riconoscere nel volto degli altri una patologia che in futuro saremo noi a sviluppare. A svelare alcuni interessanti, e sino ad oggi sconosciuti, meccanismi del nostro cervello è una ricerca della Binghamton University pubblicata sul Journal of Anormal Child Psychology. In sostanza, gli adolescenti che notano la tristezza sui volti degli altri hanno una maggiore probabilità di sviluppare in seguito una forma di depressione. Il lavoro ha esaminato l’impatto della costante attenzione degli adolescenti alle manifestazioni del viso, sia durante le reazioni nel mondo reale sia davanti a situazioni simulate in laboratorio. E’ stato qui che i ricercatori hanno notato come una maggiore attenzione rivolta ai volti tristi sia legata a maggiori reazioni depressive allo stress del mondo reale.
RISPOSTA ALLO STRESS
«Se un adolescente ha la tendenza a prestare maggiore attenzione agli stimoli negativi, quando sperimenta qualcosa di stressante è probabile che abbia una risposta meno adattativa a questo stress e che mostri maggiori aumenti dei sintomi depressivi – ha detto Cope Feurer, ricercatore che ha condotto l’analisi -. Ad esempio, se due adolescenti litigano entrambi con un amico e un adolescente trascorre più tempo prestando attenzione agli stimoli negativi (cioè, le facce tristi) rispetto all’altro, allora quell’adolescente può mostrare maggiore aumento dei sintomi depressivi in risposta allo stress, potenzialmente perché presta maggiore attenzione al fattore di stress e al modo in cui il fattore di stress li fa sentire». I ricercatori ritengono che il meccanismo biologico alla base di questa scoperta risieda nella capacità del cervello di controllare la reattività emotiva.
SINTOMI
Oggi giorno la depressione è diventata una patologia molto diffusa, ma come si possono individuare i campanelli d’allarme? Proviamo ad elencare alcuni dei sintomi più frequenti.
- Umore depresso per la maggior parte del giorno.
- Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno.
- Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno.
- Insonnia o ipersonnia.
- Agitazione o rallentamento psicomotorio.
- Affaticamento o mancanza di energia.
- Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa.