Cosa ci fa il governatore della Lombardia Attilio Fontana seduto al fianco del suo omologo campano Vincenzo De Luca e per di più con una spilletta del Cardarelli di Napoli al bavero della giacca? La risposta è in un protocollo d’intesa che l’azienda ospedaliera partenopea Antonio Cardarelli ha siglato con il Niguarda di Milano. Un accordo ricco di contenuti che, tradotto in fatti, significherà «migliore assistenza ai cittadini delle due regioni».
Sinergie
L’obiettivo è quello di creare sinergie e instaurare collaborazioni, trasferire quanto di buono si è realizzato nel tempo e sfruttare il know how altrui per crescere e innovarsi reciprocamente. Per questo i due direttori generali Ciro Verdoliva (Cardarelli) e Marco Trivelli (Niguarda) hanno deciso – diversi mesi fa – di siglare un protocollo di intesa strategico che vede le due aziende ospedaliere protagoniste di una sorta di gemellaggio. Ieri (28 giugno 2018) a Milano, il primo degli appuntamenti istituzionali si è concluso con una conferenza stampa che ha visto, appunto, fianco a fianco il presidente della Regione Campania,Vincenzo De Luca, e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. In un’unica sala, direzioni strategiche e medici dei due ospedali, a discutere dell’unica cosa che conta: la salute dei cittadini.
Fare squadra
«Due giornate di lavoro molto proficue – dice il direttore generale del Cardarelli, Ciro Verdoliva – perché viene sancita in maniera ancor più ufficiale una collaborazione e un confronto tra le due aziende ospedaliere. I nostri specialisti hanno discusso, tra le altre cose, di medicina interna, medicina perioperatoria e stroke. Confronti che abbiamo voluto realizzare a partire dalle similitudini, sia strutturali che di attività, portati avanti focalizzandosi sulle eccellenze ed entrambi gli ospedali hanno molto da dire in questo senso. L’obiettivo è quello di migliorare la consapevolezza organizzativa e favorire in specifici ambiti, lo sviluppo di nuove attività di carattere clinico. Sono certo che da questo protocollo d’intesa potranno nascere molti miglioramenti dei quali, alla fine, si avvantaggeranno i cittadini».
Tre livelli di confronto
Per questo si è deciso di articolare il confronto puntando su tre livelli: un inquadramento complessivo, evidenziando anche similarità e differenze per il ruolo delle due aziende ospedaliere nel contesto regionale e metropolitano e per l’assetto organizzativo. Un confronto su aree di attività omogenee tra le due organizzazioni, come l’area di emergenza/accettazione con i processi operativi in Pronto Soccorso, il bed management e la gestione delle ustioni gravi, le reti tempo-dipendenti (dal politrauma maggiore alla gestione dello stroke alla retre infarto miocardico acuto), l’area chirurgica (con l’interazione tra chirurgia e terapia intensiva post –operatoria), l’area medica con il percorso peri-operatorio (ossia prima e dopo la fase chirurgica) dei pazienti fragili e la valutazione della complessità dei pazienti. Un confronto su attività puntuali rispetto alle quali sviluppare le collaborazioni di interesse clinico o gestionale (per esempio il trapianto isole di Langerhans, le infezioni ospedaliere, il Centro antiveleni, la Banca del tessuto muscolo-scheletrico e cute, la cartella informatizzata, il trapianto di midollo allogenico, la terapia iperbarica).
Crescere assieme
Non una competizione, ma un confronto fra strutture che hanno in comune più di quanto si possa credere. «Il Niguarda e il Cardarelli sono due grandi ospedali pubblici con quasi un secolo di storia e di assistenza», commenta Marco Trivelli. «E sono molto simili: entrambi sono sede di tutte le specialità cliniche; entrambi sono ospedali di riferimento metropolitano e regionale per le urgenze e per settori particolari, come il trattamento delle grandi ustioni, la medicina iperbarica e il centro antiveleni; hanno dimensioni simili. Inoltre, sebbene non siano né poli universitari né istituti di ricerca (IRCCS), Niguarda e Cardarelli conducono attività di ricerca clinica e di base in collaborazione con Università e centri di ricerca internazionali e rappresentano un grande polo di attrazione per la formazione post specialistica. Ho riscontrato nei colleghi del Cardarelli una determinazione profonda a migliorare e sono ammirato dei progressi ottenuti: anche questo orientamento ad evolvere per migliorare i livelli di cura accomuna i professionisti delle due strutture. Per l’insieme di queste affinità strutturali e culturali, il confronto organizzativo e clinico si prospetta particolarmente ricco». Gli incontri bilaterali proseguiranno nei prossimi mesi.