Si chiama cannabis terapeutica ed è né più né meno di quello che la parola lascia intendere, vale a dire cannabis utilizzata come terapia per alcune malattie. Un tema estremamente controverso, perché ad oggi c’è ancora chi non riesce a svincolarsi dall’idea che una droga, sebbene prescritta da un medico per ragioni ben precise, non possa essere considerata un medicinale. Comunque la si pensi, la cannabis viene già utilizzata per il trattamento della nausea, del dolore e delle infiammazioni, la notizia è che potrebbe avere un futuro anche come farmaco contro problemi della pelle come psoriasi e dermatite. A confermarne l’efficacia, uno studio pubblicato sul Journal of American Academy of Dermatology.
Azione antinfiammatoria
I ricercatori della University of Colorado School of Medicine, guidati da Robert Dellavalle, hanno esaminato le prove esistenti di questa associazione in letteratura scientifica. Il team ha osservato un legame tra l’iniezione con tetraidrocannabinolo (THC), il composto psicoattivo della cannabis, e una riduzione di malattie della pelle, tra cui la psoriasi, prurito, dermatite atopica e da contatto. Il ruolo positivo, concludono, deriverebbe dal fatto che l’infiammazione risponde positivamente alle note proprietà anti-infiammatorie della cannabis. Inoltre risultava ridotta anche la crescita del tumore nei topi con il melanoma, la forma più letale di tumore della pelle. La maggior parte degli studi inclusi nella revisione hanno coinvolto modelli animali, mentre, sottolineano gli autori, studi clinici su larga scala per valutare la sicurezza e l’efficacia dell’uso topico di cannabinoidi per la cura di malattie della pelle negli esseri umani devono ancora essere condotti. Tuttavia, concludono i ricercatori, nel frattempo i soggetti che non rispondono ad altri farmaci potrebbero beneficiare dall’uso di derivati del THC.
La battaglia
Sul tema della cannabis ad uso terapeutico si batte da tempo l’Associazione Luca Coscioni, che mira a promuovere l’accesso ai farmaci cannabinoidi sia attraverso un accesso gratuito ai farmaci che possono esser prescritti, sia attraverso la regolamentazione della coltivazione personale da parte del paziente-coltivatore. L’Associazione, insieme ad altre, conduce una battaglia politica perché il libero accesso ai farmaci cannabinoidi sia reso effettivo, sia attraverso un accesso immediato e gratuito ai farmaci, sia attraverso la regolamentazione dell’autocoltivazione, cioè della coltivazione ai fini esclusivi di utilizzo terapeutico da parte del paziente-coltivatore.