Otto milioni di euro per strutturare una vera e propria rete di Case della salute. E’ questo il contenuto della nuova delibera approvata dalla Giunta regionale piemontese che ribadisce, con questo nuovo intervento, il forte investimento sull’assistenza e la volontà di creare un modello che garantisca la continuità assistenziale nella presa in carico dei pazienti e nei percorsi di cura tra territorio e ospedale. Degli 8 milioni impegnati dalla regione sul fondo sanitario del bilancio 2017, il 25% sarà impiegato per potenziare le 25 strutture di assistenza territoriale già attive, mentre il resto sarà interamente investito nella nascita di 29 nuove Case della salute.
Gli interventi coinvolgeranno tutte le tredici aziende sanitarie territoriali esistenti in Piemonte sia con interventi di rafforzamento delle realtà già consolidate, sia con la realizzazione di nuove strutture, per un totale di 54 Case in un’unica rete diffusa in tutto il territorio regionale.
Per la sola città di Torino, il nuovo piano regionale prevede la realizzazione di tre Case della salute nella’azienda saniataria To1 (presso il valdese, via Monginevro e l’Oftalmico) e di due nella To2 (Lungo Dora Savona e Amedeo di Savoia). Ad oggi, infatti, solo Torino con le sua Asl To1 e To2 non possiede alcuna forma organizzata di assistenza primaria. La To3 invece vanta una realtà più strutturata in questo senso con alcune Case della salute attive, che verranno potenziate (Pianezza, Avigliana, Vigone, Cumiana, Giaveno, Borgaretto), mentre a Susa, nel polo materno infantile, nascerà una nuova Casa della salute pediatrica dotata di day service e punto di assistenza pediatrica territoriale. A queste, tuttavia, se ne aggiungeranno altre tre (Rivoli, Torre Pellicce, Venaria). Tre le nuove Case previste anche per la To4 mentre sono quattro quelle previste per la To5.
Altro delicato tema affrontato dalla delibera è quello della valorizzazione del ruolo svolto dall’assistenza primaria per cui vengono previsti interventi strategici specifici rivolti in particolare a quelle fasce di popolazione tra cui è diffusa la cronicità.
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