E’ una specie di terremoto quello che ormai da settimane sta investendo la sanità campana. Partita da un ospedale di frontiera, il Loreto Mare, l’onda lunga delle inchieste della magistratura è arrivata a travolgere anche l’Istituto Nazionale per i Tumori di Napoli. Stavolta non si tratta di centinaia di arresti, ma di nomi eccellenti sì. A finire ai domiciliari è stato nientedimeno che il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, e oltre a lui un noto primario del Pascale e la moglie. A portare avanti le indagini è stata la Guardia di Finanza nell’ambito di un’operazione su irregolarità negli appalti . I reati ipotizzati sono corruzione e turbativa d’asta.
Rabbia e indignazione
Incredulità, stupore ma anche delusione e rabbia sono i sentimenti di chi percorre i viali e i corridoi dell’Istituto. Al Pascale non si parla d’altro. Anzi, non si `sussurra´ d’altro soprattutto tra il personale medico e sanitario. Capannelli di medici e personale sanitario si incontrano all’ingresso degli edifici, nel parcheggio ma quando ci si avvicina subito si dileguano perché «bisogna tornare a lavorare». Nessuno se la sente di commentare quanto accaduto oggi. Ma se chi lavora al Pascale non è di tante parole, ben diverso è l’atteggiamento di chi purtroppo è lì per curarsi o per accompagnare un parente, un amico. Tra i cittadini c’è chi non nasconde la rabbia e chi invece è sorpreso. «La verità è che in Italia e qui in Campania ancora di più – dice un uomo di Caserta, in attesa di un amico che è a fare degli esami – non si sa più cosa sia l’onestà, il rispetto degli altri, del lavoro onesto e sudato. Vogliono solo i soldi e più ne hanno e più ne vogliono. Non c’è più l’umiltà». Monta la rabbia tra i pazienti. «Ai cittadini aumentano le tasse – dice una coppia – il ticket per fare gli esami che qui al Pascale valgono in alcuni casi la vita, ci sono le file d’attesa e poi si scoprono queste cose».
In difesa del Pascale
Ma se c’è chi non nasconde la rabbia, dall’altra c’è anche chi chiede «di non fare di tutta l’erba un fascio». «Ho sentito degli arresti – commenta un uomo over 50 – ma qui c’è anche tanta gente che lavora onestamente, che si prende cura di chi ha bisogno». Dello stesso parere anche una coppia. «Noi purtroppo abbiamo avuto bisogno di cure qui al Pascale – racconta l’uomo – ci siamo trovati benissimo. Siamo stati seguiti e curati. Sentire questi fatti – prosegue – ci lascia increduli e sorpresi». Secondo l’uomo, «il problema è che nella sanità girano troppi soldi e chi ne viene a contatto poi vuole averne sempre di più. Ci auguriamo – concludono – che questa brutta storia non screditi tutto l’ospedale».
L’Ordine dei medici
Per il leader partenopeo dei camici bianchi «ciò che sta accadendo ci spinge ad interrogarci sul valore della deontologia. Anzi sul valore che alcuni colleghi medici danno al giuramento che hanno prestato. E’ il caso che l’Ordine si interroghi e si chieda “cosa si è sbagliato?”, ma soprattutto “cosa si può fare per riportare al centro della professione l’etica e la moralità?”. Allo stesso tempo ribadisco però che questi medici non rappresentano l’intera categoria e non possiamo permettere che l’immagine del medico sia rovinata da questi esempi negativi».