In Campania, a Napoli, si torna a parlare di vaccini. La sanità pubblica e i pediatri di libera scelta della Fimp si uniscono per informare le famiglie, non sulla base di fantomatiche connessioni con l’autismo, ma di dati scientifici. Insomma, una lotta senza quartiere contro le fake news e un’iniziativa proattiva per offrire attivamente ai bambini più piccoli alcune vaccinazioni. Quest’alleanza a favore della prevenzione e della salute dei neonati prende il via ufficialmente oggi, con un modello di collaborazione che potrà essere esteso alle altre realtà regionali. Il progetto è stato presentato a Torre del Greco e come detto, prevede l’offerta attiva e somministrazione diretta da parte del pediatra di famiglia delle vaccinazioni contro il rotavirus (responsabile potenzialmente di gravi forme di diarrea infantile che possono richiedere il ricovero) e contro il meningococco B (ceppo batterico in grado di provocare gravi forme di meningite, tra i più diffusi nel nostro Paese). L’iniziativa, unica in Campania nel suo genere, si propone di fare da apripista per le altre realtà ed è fortemente voluta dalla ASL 3 Napoli Sud.
Prevenzione
«Siamo chiamati ad affrontare sempre nuove sfide in un’offerta sanitaria in costante cambiamento e dobbiamo essere convinti, noi per primi, che la vaccinazione è uno strumento fondamentale per la salute, a tutte le età – commenta Antonietta Costantini, Direttore Generale della Asl Napoli 3. Con questo progetto, che vede ASL e pediatri di famiglia uniti per la salute dei bambini, vogliamo portare avanti la cultura della prevenzione e della vaccinazione, anche oltre quanto indicato dalla recente normativa. Prevenire infezioni come la gastroenterite da rotavirus o la meningite da meningococco B, per le quali esistono vaccinazioni fortemente raccomandate dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, significa aiutare a proteggere i bambini, a rendere più tranquille le famiglie e ad evitare decessi, ricoveri e spese sanitarie che non hanno motivo di esistere proprio grazie alle vaccinazioni. Sono convinta che questo progetto avrà successo e diventerà un modello da esportare nelle altre Asl della nostra Regione».
Un nuovo ruolo
Sulla stessa lunghezza d’onda è il vice-presidente nazionale Fimp Antonio D’Avino. «Analoghe esperienze già avviate in altre regioni, ci dicono che il pediatra di famiglia non deve essere solamente la fonte dell’informazione per i neo-genitori sulla salute dei loro bambini, ma può diventare anche il sanitario che somministra i vaccini, anche per evitare lunghe liste di attesa e sovraccarico di lavoro per i servizi di Igiene Pubblica – commenta. Pertanto, questa iniziativa, che vede il pediatra di famiglia in prima linea, favorisce una presa in carico globale dell’intero percorso di salute del bambino e, sotto l’aspetto organizzativo, aiuta a rendere più semplici e accettate le vaccinazioni per la famiglia, contribuendo in modo significativo a decongestionare i centri vaccinali della Asl».
Un modello da esportare
Il progetto si propone come modello per la sanità regionale con l’auspicio che si riesca a creare un circolo virtuoso attorno alle figure degli operatori dei centri vaccinali e dei pediatri di libera scelta, con l’unico obiettivo di migliorare la prevenzione anche attraverso la vaccinazione dei bambini. E’ fondamentale infatti garantire ai piccoli la certezza di non ammalarsi per malattie prevenibile con vaccini attraverso il raggiungimento della massima copertura vaccinale possibile, rispettando i tempi e i modi dettati dal Calendario Vaccinale per la Vita, insieme ai pediatri di famiglia che sul territorio informeranno ed offriranno le vaccinazioni alle famiglie.