La pillola rossa contro il Covid-19 sarà disponibile in Italia a partire da oggi. Inutile fiondarsi in farmacia per farne scorte, il molnupiravir (questo il nome del farmaco prodotto da Merck con il nome commerciale di Lagevrio) non è acquistabile liberamente dai cittadini. Il criterio di somministrazione sarà lo stesso dei monoclonali, con centri di prescrizione medica nei principali ospedali. Il nuovo farmaco è stato sviluppato da Merck Sharp & Dohme in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics e nella fase iniziale l’Italia ha acquistato 50mila trattamenti. È anche bene sfatare il mito per il quale le pillole anti Covid-19 siano la soluzione definitiva alla pandemia, certo sono un’arma efficace se usate all’esordio della malattia, ma nulla a che vedere con i vaccini. In particolare il molnupiravir è un antivirale che al momento ha un’autorizzazione in condizioni di emergenza e, sottolinea l’agenzia italiana del farmaco, deve essere impiegato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste nell’assunzione di 4 compresse da 200 milligrammi 2 volte al giorno, è di 5 giorni. Il farmaco è indicato per i pazienti che potenzialmente hanno un rischio molto elevato di sviluppare una forma grave di Covid-19. Ma a chi spetta stabilire quali siano i “candidati” ideali al trattamento? La determina del Ministero della Salute spiega che «la selezione del paziente è affidata ai medici di medicina generale, ai medici delle USCAR e, in generale, ai medici che abbiano l’opportunità di entrare in contatto con pazienti affetti da Covid di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati».
EFFICACIA
Come detto, al momento i dati sull’efficacia del farmaco descrivono un 50% circa di riduzione del rischio di ospedalizzazione ad un mese dall’inizio trattamento. Anche se un successivo aggiornamento della casa farmaceutica ha ridotto al 30% per cento l’efficacia attesa del trattamento. A tranquillizzare i cittadini più scettici nei confronti di farmaci e nuove terapie sono gli effetti collaterali “blandi” che si sono registrati: live diarrea, nausea, vertigini e cefalea. Anche se, è bene sottolinearlo, il farmaco al momento non è raccomandato alle donne in gravidanza. Il molnupiravir non è il solo farmaco che si candida ad essere un’arma in già contro il Covid-19, Aifa ha infatti già fornito indicazioni per l’uso anche per un altro antivirale, il Paxlovid, prodotto da Pfizer, con una efficacia sulla riduzione delle ospedalizzazioni all’89%. Sul sito, citando Ema, Aifa ricorda però che «Paxlovid non deve essere usato con alcuni specifici medicinali perché, a causa del suo meccanismo d’azione, può portare ad aumenti dannosi dei livelli nel sangue di tali medicinali, oppure perché, al contrario, alcuni medicinali possono ridurre l’attività di Pax- lovid». Questo secondo antivirale arriverà presumibilmente entro marzo e il nostro paese ha giù acquistato 200mila trattamenti.