L’angioedema è un edema localizzato ed autolimitante presente a livello dei tessuti sottocutanei e della sottomucosa. Si verifica a seguito di un temporaneo aumento della permeabilità vascolare, causata dal rilascio di uno o più mediatori vasoattivi. Gli angioedemi possono essere inquadrati in vario modo, ma le due principali modalità di classificazione consistono nel differenziarli in base al mediatore finale (istamina vs. bradichinina o altre molecole) ed alla trasmissibilità (ereditari vs. acquisiti). Per quanto riguarda il meccanismo di insorgenza degli attacchi di angioedema ereditario (HAE), spiega il Dottor Mauro Cancian, Responsabile dell’Unità Operativa Dipartimentale di Allergologia presso il Dipartimento di Medicina dei Sistemi, Ospedale Università di Padova e Presidente di ITACA (Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema),”l’angioedema ereditario (HAE) nella grande maggioranza dei casi è dovuto alla carenza congenita di una proteina plasmatica, il C1-inibitore (C1-INH), ed è una condizione rara che interessa 1 persona ogni 50 mila con una prevalenza di circa 1200 pazienti in Italia. Il deficit di questo enzima è causato da una mutazione del gene del C1-INH che determina livelli ridotti (tipo I) o alterazioni funzionali (tipo II) della proteina”.
“La carenza di C1-inibitore provoca un incremento dei livelli di bradichinina (il mediatore che aumenta la permeabilità dei vasi sanguigni) determinando la formazione di edemi ricorrenti che possono persistere diversi giorni. Gli episodi di gonfiore colpiscono la cute, il viso, i genitali, l’apparato gastrointestinale, il cavo orale e la glottide. Gli attacchi sono periodici e variabili nella gravità e nelle conseguenze. Si stima che la metà dei pazienti presenti in media 10 attacchi ogni anno che impediscono le normali attività”.
La rarità delle forme ereditarie, il fatto che i sintomi sono sovrapponibili a quelli di altre forme di angioedema o di emergenze chirurgiche addominali fa sì che la malattia sia spesso confusa con altre e non correttamente diagnosticata.
“Il ritardo nella diagnosi – continua lo specialista – è drammatico, con una media di 15 anni come verificato in Italia ed in altri Paesi europei. La latenza fra esordio dei sintomi e diagnosi tende ad aumentare nelle forme di HAE di tipo II, in cui è necessario verificare la attività funzionale del C1-INH mentre nella maggior parte dei laboratori ne viene verificata solo la concentrazione. Il trattamento appropriato, se impostato tempestivamente, riduce morbilità e interventi chirurgici non necessari nel caso degli episodi acuti addominali.”
Altrettanto significativo è che anche i soggetti con storia familiare di HAE talvolta non ricevono una diagnosi precoce; questo significa che i pazienti non sono sufficientemente informati della natura ereditaria della loro malattia e che questa informazione viene omessa nella trasmissione delle storie di malattie familiari.
“Proprio nel solco di queste evidenze, CSL Behring supporta con un contributo non condizionante SIAIP (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica) e ITACA in una nuova iniziativa di “awareness” volta ad aiutare i pediatri a riconoscere la malattia e somministrare tempestivamente il trattamento per scongiurare il rischio di elementi fatali.
Sette webinar ECM destinati agli specialisti in Allergologia e Immunologia Clinica, Malattie dell’apparato respiratorio, Medicina Generale, Medicina Interna, Reumatologia e Pediatria. Gli incontri dal titolo: “Orticaria, Angioedema ed Angioedemi ereditari in età pediatrica: dalla corretta diagnosi alla terapia”, si svolgeranno da aprile a giugno.
Il Professor Gian Luigi Marseglia, Clinica Pediatrica dell’Università degli Studi di Pavia – Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo e Presidente SIAIP Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica e Presidente SIAIP ha presentato l’iniziativa durante l’ultimo congresso SIAIP che si è svolto dal 22 al 24 aprile scorso: “Il congresso ha visto la partecipazione di oltre 2 mila pediatri e allergologi ed è stato aperto ufficialmente dal Professor Antony Fauci in collegamento dagli USA. Nel corso del congresso è stato proposto tra le progettualità nell’ambito delle linee programmatiche, il progetto di collaborazione tra SIAIP e ITACA con l’obiettivo di colmare un gap culturale in ambito pediatrico su una patologia rara e subdola nelle sue manifestazioni. La presentazione multiforme e variegata può risultare complessa nella diagnosi differenziale che può quindi subire un ritardo di molti anni”.
Senza una diagnosi e, quindi, privi di un trattamento adeguato questi soggetti rischiano molto” prosegue il professor Marseglia “é più frequente il ricorso a cure di emergenza per gli attacchi di edema e un più elevato rischio di morte prematura per asfissia quando l’edema interessa la glottide. Oggi godiamo di alternative terapeutiche che permettono il controllo e la gestione di una malattia potenzialmente “ life-threatening”. Ecco il motivo della creazione di una task-force di esperti che coinvolgerà in questo ambizioso progetto di formazione, le strutture pediatriche ospedaliere e universitarie. L’obiettivo è condividere in maniera uniforme linee di gestione diagnostica-terapeutica e creare in modo capillare una razionalizzazione delle conoscenze in questo ambito a cascata sino ai pediatri di famiglia.