La movida partenopea sarebbe tutt’altro che a prova di Covid, e a rivelarlo sarebbero i social network. A lanciare l’allarme su comportamenti che «sono ad alto rischio in epoca di pandemia» sono i medici di famiglia della sezione di Napoli della Federazione Italia dei Medici di Medicina Generale (FIMMG) Corrado Calamaro e Luigi Sparano. «Dai social network – dicono i due medici – arrivano preoccupanti segnali di movida senza regole, basta guardare i profili Instagram e Facebook di giovani tra i 18 e i 30 anni per rendersi conto del pericolo che stiamo correndo. Da genitori e da medici di famiglia – proseguono – siamo molto preoccupati per ciò che abbiamo potuto constatare. Ovviamente non siamo investigatori, né aspiriamo ad esserlo, ma se ciò che compare nelle storie di centinaia di giovani dai 18 ai 30 anni è uno spaccato di verità allora c’è da interrogarsi sul rischio che stiamo correndo»
DOPPIO CANALE
Mentre nelle immagini ufficiali di profili Facebook e Instagram di famosi locali della movida partenopea compaiono solo ragazzi con mascherine e ben distanziati, la realtà che sembra essere descritta nei profili dei singoli utenti è tutt’altra cosa. «A decine si mostrano in video nei quali non vi è nessuna distanza di sicurezza e nessuna mascherina – dicono i medici della FIMMG Napoli -, pur comprendendo che i ragazzi sentono il bisogno di svagarsi e di vivere l’estate, non possiamo non considerare quale rischio significhi questo per una recrudescenza del contagio».
L’invito che i medici di famiglia rivolgono alla popolazione, in primis ai giovani, è di non sottovalutare il Covid. «Anche se in questo periodo il virus sembra essere un pericolo lontano, qualcosa che riguarda altri, pensare che la battaglia sia finita sarebbe un grave errore. Questo non significa dover rinunciare alla socialità o a qualche serata di svago, basterebbe rispettare le norme che ci hanno aiutato a tenerci al sicuro nei mesi più caldi della pandemia: lavare sempre bene le mani e indossare la mascherina, anche all’aperto se ci si trova in una situazione di affollamento». Calamaro e Sparano mettono poi in guardia dal pericolo che nasce dal condividere bottiglie o bicchieri. «I giovani non badano molto a questo aspetto – concludono i due medici della FIMMG – ma è evidente che lo scambio di un bicchiere o di una bottiglia costituisce un rischio altissimo di diffusione del contagio».