La Gran Bretagna si prepara ad inoculare le prime dosi di vaccino anti Covid. Dirlo sembra è quasi liberatorio, ci lascia intravedere la luce alla fine del tunnel. Tuttavia la politica è entrata di prepotenza anche in questa nuova pagina di storia, con l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) (incaricata di approvare i vaccini Covid-19 per l’Unione Europea) che ha affermato che la sua procedura di approvazione più lunga “è più appropriata”. E lo è perché si basa su più prove e più controlli rispetto alla procedura scelta dalla Gran Bretagna. Riportata dall’Agenzia stampa Reuters, questa dichiarazione ha “raffreddato” gli entusiasmi iniziali. Ma non in Gran Bretagna, dove si procede a passo spedito.
IMMUNI
Altro tema che sta facendo molto discutere è quello sollevato tramite Facebook dall’infettivologo genovese Matteo Bassetti. In un post che ha fatto presto il giro del web «Per quanto riguarda il vaccino anti covid bisognerebbe vaccinare sia chi non ha mai fatto l’infezione da SarsCoV-2 che chi l’ha già fatta». Secondo il professore bisognerebbe vaccinare «anche chi ha già gli anticorpi anche perché non si sa per quanto tempo durino». Una posizione che sembra in contrapposizione con quella contenuta in una importante ricerca che tra i firmatari vede, tra gli altri, l’italiano Alessandro Sette, direttore del dipartimento di ricerca sui vaccini de «La Jolla Institute for Immunology» di San Diego. In sostanza, otto mesi dopo l’infezione oltre il 90% di 185 pazienti tra i 19 e 81 anni guariti da forme lievi di Covid (pochi sintomi, non ricoverati) ha dimostrato di avere una «corazza» di cellule immunitarie sufficienti a respingere il Sars-CoV-2 e a prevenire la malattia mostrando tassi di abbassamento delle difese estremamente lenti, tanto da poter far ipotizzare molti anni di protezione.
ITALIA
Nel nostro Paese, come ha spiegato il ministri Speranza, l’acquisto del vaccino è centralizzato e sarà somministrato gratuitamente a tutti. E’ probabile che saranno necessarie due dosi per ogni vaccinazione, l’Italia ha opzioni 202 milioni di dosi. Le prime dosi potranno cominciare ad essere disponibili da gennaio. Le categorie da vaccinare con priorità, ha sottolineato il ministro, sono gli operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale delle Rsa per anziani, persone in età avanzata. L’obiettivo è ottenere una maggiore copertura vaccinale e coprire le persone con maggiori fattori di rischio. Con l’aumento delle dosi si vaccineranno anche le altre categorie, come le persone dei servizi essenziali cioè personale scolastico e forze dell’ordine. Nel caso poi di focolai in aree del paese, saranno destinate scorte di vaccini rispetto ai territori in difficoltà.