Epilessia, un passo avanti per la ricerca
L’idea non è solo innovativa, va oltre l’immaginazione e trasforma la fantascienza in scienza medica. Di cosa si tratta? Di mantenere in vita il tessuto cerebrale asportato dai pazienti con epilessia, per studiare l’origine della malattia e sperimentare nuovi trattamenti terapeutici. Questa nuova frontiera frontiera della ricerca si apre all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù grazie alla donazione della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, che ha consentito di realizzare per la prima volta in Italia, attraverso una collaborazione tra l’Ospedale della Santa Sede e l’European Brain Research Institute (EBRI), la fondazione legata al nome di Rita Levi Montalcini, un laboratorio per lo studio dei tessuti cerebrali umani attraverso una tecnologia innovativa.
LO STUDIO
Poter studiare il tessuto cerebrale asportato è di fondamentale importanza per comprendere meglio la malattia. Il problema è sempre stato quello di mantenere in vita il tessuto asportato, che tende a degradarsi dopo poche ore. La sofisticata strumentazione acquistata dal Bambino Gesù grazie alla donazione della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti permetterà di studiare l’eccitabilità dei neuroni presenti nel tessuto cerebrale umano in coltura mediante registrazioni elettrofisiologiche da singole cellule o popolazioni neuronali, di cui l’EBRI è particolarmente esperto. In questo modo sarà possibile studiare il tessuto cerebrale umano asportato, che grazie a una tecnica particolare di coltura in vitro (organotipica) sarà mantenuto in vita senza deterioramento fino a 6-8 settimane, preservandone invariata la connettività, l’attività epilettica e l’eccitabilità. Permetterà inoltre di utilizzare tecniche di biologia molecolare per attivare o silenziare geni di interesse in determinate classi di neuroni. Più nel dettaglio, il tessuto cerebrale asportato viene mantenuto “vivo” grazie alla somministrazione di un liquido artificiale simile al liquor, il fluido corporeo che si trova nel sistema nervoso centrale e che ha la funzione di proteggere e nutrire il cervello, e di una miscela di O2/CO2. Diventa così possibile studiare dal punto di vista elettrofisiologico un tessuto che normalmente dopo poche ore perderebbe le capacità vitali.
LA MALATTIA
L’epilessia è una malattia neurologica caratterizzata dal ripetersi di crisi epilettiche, manifestazioni cliniche di vario tipo dovute a scariche abnormi dell’attività elettrica cerebrale. Può essere causata da alterazioni del funzionamento delle cellule cerebrali (i neuroni) o da alterazioni strutturali cerebrali (lesioni del cervello), queste ultime di varia natura, congenite o acquisite. Circa un terzo dei pazienti non risponde al trattamento farmacologico (epilessia resistente) ed in questi la soluzione terapeutica può essere rappresentata dall’intervento neurochirurgico. Ma questo è possibile solo quando le lesioni cerebrali sono circoscritte (focali) e l’asportazione della zona del cervello responsabile della crisi (area epilettogena) non causa deficit neurologici. Grazie a questo nuovo studio si aprono ora nuovi scenari di conoscenza e, si spera, anche di cura.