Ecco come evitare i calcoli renali
Chi non ha mai sofferto di calcoli renali non può capire quanto sia dolorosa una colica. Non è un caso che una delle domande più cercate sul web nel 2025 è proprio “Cosa causa i calcoli renali?” . Insomma, chi ha provato il dolore acuto provocato da un calcolo renale difficilmente lo dimentica. Questa condizione, apparentemente improvvisa, è in realtà il risultato di una complessa interazione tra dieta, idratazione, predisposizione genetica e altri fattori metabolici. Se ne parla spesso solo quando si manifesta con sintomi violenti, ma conoscere ciò che li causa è il primo passo per prevenirli e affrontarli con consapevolezza.
Cosa sono e come si classificano
I calcoli renali come dei piccoli sassolini che si sviluppano all’interno del tratto urinario, in particolare nei reni, quando alcune sostanze normalmente disciolte nelle urine precipitano e si aggregano tra loro. Queste “pietruzze” possono variare per forma, dimensione e composizione.
Ne esistono diversi tipi, ma i più comuni sono i calcoli di ossalato di calcio, che rappresentano la grande maggioranza dei casi. Altri, come quelli di acido urico, sono più frequenti in soggetti con urine acide, mentre i calcoli di struvite si associano spesso a infezioni urinarie croniche. I più rari sono quelli di cistina, legati a malattie genetiche. Ogni tipo racconta una storia diversa e rivela qualcosa sulle abitudini o le condizioni fisiologiche della persona che li sviluppa.
Perché si formano?
I calcoli renali non sono mai “colpa” di un solo fattore. La loro origine è multifattoriale e può variare notevolmente da individuo a individuo. Tuttavia, alcune cause ricorrono con maggiore frequenza.
Un elemento cruciale è la disidratazione. Bere poco porta a una concentrazione elevata di sali minerali nelle urine, favorendo la cristallizzazione. Non a caso, i calcoli sono più comuni in ambienti caldi o tra le persone che sudano molto e reintegrano poco.
Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale. Una dieta ricca di proteine animali, sale e zuccheri semplici, e povera di frutta e verdura, altera l’equilibrio urinario e aumenta il rischio di calcolosi. Altri fattori includono l’obesità, il diabete, la goccia e alcune condizioni ormonali, come l’iperparatiroidismo.
Infine, una predisposizione familiare può rendere alcuni soggetti più inclini alla formazione di calcoli, a prescindere dallo stile di vita. La genetica, in questo campo, ha un’influenza significativa.
Come si curano i calcoli renali?
Il trattamento dei calcoli renali dipende dalla loro dimensione, posizione e composizione. In molti casi, soprattutto se i calcoli sono piccoli (inferiori a 5 mm), vengono espulsi spontaneamente con l’aiuto di una buona idratazione e di farmaci antidolorifici.
In altri casi, può essere necessario ricorrere a terapie più specifiche. Tra queste, vi è la litotrissia extracorporea (che usa onde d’urto per frantumare i calcoli), l’ureteroscopia (che consente di rimuoverli con strumenti endoscopici) e la nefrolitotomia percutanea, indicata per calcoli di grandi dimensioni.
Esistono anche terapie farmacologiche mirate a prevenire la formazione di nuovi calcoli, come i citrati, l’allopurinoloper chi produce troppo acido urico, o i diuretici tiazidici per ridurre la calciuria.
Ma la vera chiave è la prevenzione: identificare e modificare i fattori di rischio individuali permette spesso di evitare ricadute e complicazioni.
Un problema spesso evitabile
I calcoli renali non sono un evento casuale o inevitabile. Rappresentano piuttosto il risultato di una serie di scelte e condizioni che, nella maggior parte dei casi, possono essere riconosciute e corrette. Bere abbondantemente, adottare una dieta equilibrata e sottoporsi a controlli periodici sono strategie semplici ma estremamente efficaci. La conoscenza è, ancora una volta, il miglior antidoto contro il dolore e la malattia.
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