Europa unita contro droghe e infezioni trasmissibili
Cocaina, MDMA e amfetamine sono le sostanze stimolanti illecite più diffuse in Europa. I livelli di consumo cambiano sul territorio, ma i livelli di purezza sono in crescita rispetto a dieci anni fa. Il dato emerge dalla Relazione europea sulla droga dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA). “Questo settore del mercato delle sostanze illecite è diventato ancor più complesso, in considerazione della pronta disponibilità di nuovi stimolanti quali catinoni e fenetilamine”, si legge nel report. La relazione dello scorso anno metteva già in evidenza l’aumento di disponibilità e consumo di compresse di MDMA ad alto dosaggio, una tendenza confermata anche dai dati recenti. L’alto contenuto di MDMA trovato ad oggi nelle compresse sequestrate fa pensare che i produttori non abbiano alcuna difficoltà ad acquistare i precursori chimici necessari per fabbricare la sostanza. I dati sui sequestri sono chiari: l’ Europa rimane un produttore importante per il mercato globale dell’MDMA, una delle sostanze più utilizzate in discoteca per “sballarsi”, soprattutto tra i giovanissimi. Indicatori, come il monitoraggio delle acque reflue, i sequestri e i dati su prezzi e purezza, mostrerebbero la disponibilità di cocaina in crescita in alcune parti d’ Europa.
La cocaina è storicamente lo stimolante illecito più consumato in molti paesi, soprattutto nell’ Europa meridionale e occidentale. Lo confermano anche gli ultimi dati, con un aumento dei sequestri lungo le rotte di traffico consolidate di questa sostanza verso i principali mercati europei. Per contro, nell’Europa settentrionale e centrale, l’amfetamina e, in misura minore, la metamfetamina hanno un ruolo più predominante nel mercato della droga rispetto alla cocaina. Per quanto riguarda le amfetamine, alcune tendenze già emerse in
passato continuano a preoccupare, fra queste i cambiamenti di disponibilità di precursori e nei procedimenti di sintesi, l’espansione del mercato della metamfetamina e i livelli crescenti di assunzione per via parenterale (con iniezione) e dei danni legati.
I dati sulle nuove diagnosi di HIV dovute al consumo di sostanze iniettabili, hanno mostrato una flessione; ciò non significa tuttavia che non ci sia più da preoccuparsi. Sebbene sia il valore più basso da più di vent’anni a questa parte, le 1.233 nuove infezioni da HIV segnalate nel 2016 sono comunque un serio problema di sanità pubblica. A ciò si aggiungono i recenti focolai in alcune popolazioni vulnerabili e tra i consumatori che assumono stimolanti e nuove sostanze psicoattive per via parenterale.
Inoltre, rispetto ad altri gruppi, le infezioni trasmissibili per via ematica sono spesso diagnosticate più tardi tra i consumatori di droga per via parenterale, cosa che riduce le possibilità di un intervento efficace. La diagnosi tardiva dell’infezione da virus dell’epatite C si riscontra spesso in percentuali elevate tra i consumatori di droghe iniettabili. Negli ultimi anni, le possibilità di trattamento dell’epatite virale sono migliorate grazie all’avvento di una nuova generazione di farmaci altamente efficaci. “Il debellamento di questa malattia – sottolinea il rapporto – può ora essere visto come un’opportunità, oltre che una sfida, per gli operatori sanitari generici come anche per i servizi specializzati”.