L’intelligenza artificiale è in sala operatoria
La chirurgia digitale ha guadagnato popolarità negli ultimi anni, parallelamente al diffondersi di nuove tecnologie. Convinto sostenitore dell’innovazione è il chirurgo Francesco Selvaggi, direttore dell’U.O.C. di Chirurgia colorettale alla Vanvitelli di Napoli. «L’intelligenza artificiale è ormai applicata a diverse aree della chirurgia – spiega – a livello preoperatorio, intraoperatorio e postoperatorio. Nel preoperatorio, può aiutare a diagnosticare e classificare clinicamente i pazienti nel modo più accurato possibile e offrire un piano di trattamento personalizzato.
In sala operatoria
Nel post-operatorio, può integrare il percorso per un migliore recupero dopo l’intervento, automatizzare la valutazione della patologia e supportare la ricerca. Tutti questi elementi contribuiscono a migliorare gli esiti dei pazienti e forniscono risultati promettenti.
A livello intraoperatorio, potrebbe contribuire a migliorare le capacità del chirurgo durante le procedure laparoscopiche e robotiche. Lo sviluppo di sistemi basati sull’intelligenza artificiale potrebbe supportare il rilevamento dell’anatomia e attivare allarmi, fornendo una guida chirurgica sulle manovre rischiose e nelle fasi cruciali dell’intervento».
Il contributo dell’intelligenza artificiale
Selvaggi ricorda anche che oggi gli algoritmi di intelligenza artificiale vengono usati per identificare gli strumenti chirurgici quando entrano nel campo operatorio e per identificare i punti di riferimento anatomici, come le strutture vascolari e nervose e gli organi. «Un contribuito importante è uno studio di Kolbinger e colleghi pubblicato nel 2023. Basandosi su video di resezioni rettali assistite da robot, si sono concentrati sullo sviluppo di un algoritmo per il rilevamento automatico delle fasi chirurgiche e l’identificazione delle strutture anatomiche.
In particolare, l’algoritmo ha ottenuto i migliori risultati nel rilevamento del mesocolon, del mesoretto, della fascia di Gerota, della parete addominale e dei piani di dissezione durante l’escissione mesorettale. Sulla scia di questo lavoro altri autori hanno sviluppato un algoritmo capace di rilevare automaticamente il tessuto mesorettale utilizzando un software. Garantendo che la rimozione del retto per cancro possa essere eseguita in modo sicuro ed efficace».
Mai adagiarsi
Ma è lo stesso Selvaggi a ricordare che l’intelligenza artificiale è, e deve sempre continuare ad essere, un ausilio per il chirurgo. «Il rischio è quello di appiattirsi e perdere lo stimolo ad aggiornarsi. Invece, il progresso tecnologico deve spingere tutti noi ad aumentare le nostre conoscenze per governare il cambiamento e non subirlo».
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Articolo pubblicato su IL MATTINO il giorno 21 aprile 2024 a Firma di Renato Bellotti con la collaborazione del network editoriale PreSa – Prevenzione Salute