Tumore del retto: 2 pazienti su 3 potranno evitare chirurgia
Nella cura del tumore del retto, due pazienti su tre potranno evitare l’intervento chirurgico e preservare l’organo compromesso. Lo confermano i risultati dello studio presentato al Congresso Europeo di Radioterapia Oncologica (ESTRO), recentemente chiuso a Glasgow e che ha raccolto i massimi esperti del settore.
‘I risultati di questo studio sono molto importanti per il mondo scientifico e ancor di più per i pazienti – sottolinea Marco Krengli, Presidente AIRO, Professore Ordinario di Radioterapia all’Università degli Studi di Padova e Direttore della UOC di Radioterapia dell’Istituto Oncologico Veneto, IOV – in quanto evidenziano che 2 pazienti su 3 possono ricevere un trattamento di radioterapia associato a chemioterapia preservando l’organo e la sua funzione. Questo vuol dire che in molti casi, dopo l’uso combinato di radiazioni e farmaci chemioterapici per distruggere le cellule tumorali, non c’è bisogno di sottoporsi a un intervento chirurgico demolitivo con i suoi importanti effetti collaterali conosciuti nel mondo scientifico come sindrome LARS’.
Tumore del retto tra i più diffusi
La sindrome LARS (Low Anterior Resection Syndrome) è un insieme di sintomi gastrointestinali che possono manifestarsi dopo un intervento chirurgico di resezione del retto. I risultati dello studio, offrono una nuova prospettiva sulle opzioni del trattamento con radio-chemioterapia, sottolineando l’importanza di preservare la funzionalità d’organo e la qualità della vita dei pazienti. Gli specialisti mettono in risalto un cambiamento nel paradigma terapeutico che consente una gestione clinica personalizzata e mirata del cancro del retto, dichiarata la terza neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne, con una crescita di oltre 50mila casi l’anno.
Nel 2022 il tumore del colon-retto ha causato oltre 22 mila decessi. Più diffuso nella fascia di età tra i 60 e i 75 anni, la sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è pari al 65% negli uomini e 66% nelle donne. Una percentuale che dipende principalmente da quando avviene la diagnosi. Prima si diagnostica la malattia e maggiori sono le probabilità di guarigione.
Sindrome LARS post-intervento
‘I disturbi legati alla sindrome LARS vanno dall’incontinenza fecale e urgenza, alla stipsi e alle difficoltà di svuotamento e spesso comportano un peggioramento nella qualità della vita dei pazienti. In questo modo il GRECCAR12 sottolinea ai pazienti e al mondo oncologico – continua Maria Antonietta Gambacorta, Ordinario di Radioterapia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Gemelli di Roma – la possibilità, in alcuni casi, di una de-intensificazione dei trattamenti e dei loro effetti collaterali, attuata attraverso l’omissione dell’intervento chirurgico, la cosiddetta modalità “organ-sparing”.
Delle nuove prospettive di cura per le persone con tumore del retto se ne parlerà a Milano dal 21 al 23 giugno, durante il congresso dell’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (AIRO).