Sanità territoriale e forme alternative alla degenza. L’incontro
Le tecnologie mediche evolvono costantemente, anche a vantaggio del paziente cronico. Inoltre possono rappresentare un mezzo di prevenzione e cura per la Sanità territoriale. L’indirizzo dato dal recente DM 77 del Ministero della Salute nell’attuazione del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – è l’occasione per rivedere gli approcci e i setting assistenziali (sia ospedalieri che ambulatoriali).
L’obiettivo è ridisegnare il Servizio sanitario per andare maggiormente incontro ai bisogni di salute dei cittadini. Su questi temi si è incentrato l’incontro, dal titolo:“Forme alternative alla degenza e tecnologie abilitanti: quali prospettive regionali per un’appropriatezza erogativa”.
Il dibattito è stato organizzato da MedTronic, azienda di HealthCare Technology, in media partnership con GStrategy. Ha visto la partecipazione di AGENAS – Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – e di professionisti clinici e della governance sanitaria delle Regioni Campania, Piemonte, Puglia e dell’Azienda Provinciale di Trento.
Sono state discusse le prospettive presenti e future della sanità territoriale alla luce del DM 77 e delle risorse del PNRR. Un focus particolare è stato sulla gestione delle cronicità e dei pazienti cardiovascolari, alla luce dell’innovazione tecnologica e normativa.
Sanità territoriale e gestione delle cronicità
“Il nuovo assetto della sanità territoriale – dichiara il Presidente dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, Prof. Enrico Coscioni – previsto dal PNRR Missione Salute, dovrà essere un punto di riferimento continuativo per la presa in carico dei pazienti con cronicità. Tra i quali, appunto, quelli affetti da patologie cardiovascolari.
Agli assistiti andranno offerti servizi come prelievi, ecografie, esami e diagnostica di base. Le Case della Comunità potranno, quindi, alleviare la pressione sui Pronto Soccorso. Potranno dare supporto diagnostico ai medici che hanno in cura pazienti cronici e fragili. Inoltre, come Agenzia della Sanità Digitale, cercheremo di far leva sulle best practice regionali mettendole a disposizione di tutta la Nazione. In particolare per quel che riguarda la diffusione della Telemedicina”.
Tecnologie per la diagnosi
Il caso della gestione del paziente cronico cardiovascolare, affrontato durante l’incontro, può considerarsi un esempio sia delle opportunità che degli ostacoli in questa fase di trasformazione. Infatti, non tutte le anomalie cardiache possono essere individuate attraverso i monitor esterni, che usualmente coprono un arco di monitoraggio tra le 24 ore e i 30 giorni. Diversi pazienti manifestano sintomi come sincope (svenimento), convulsioni, palpitazioni ricorrenti, stordimento o vertigini regolarmente. Tuttavia, non abbastanza spesso da essere rilevati da questi strumenti diagnostici.
Una soluzione possono essere i monitor cardiaci impiantabili (ICM): dispositivi più piccoli di una chiavetta USB. Vengono posizionati appena sotto la pelle del torace per registrare l’attività elettrica del cuore per oltre tre anni. Ad oggi si attestano come una delle soluzioni migliori per diagnosticare la fibrillazione atriale.
I casi di FA e i costi per la Sanità
In Italia il numero di nuovi casi di Fibrillazione Atriale – FA, si può stimare in 154.000 persone ogni anno. Sono circa 150mila i ricoveri per sincopi e circa 13 mila i casi di ictus criptogenico.
Il costo medio di ospedalizzazione ad un anno dal ricovero per i pazienti colpiti da ictus ischemico ed emorragico è pari a € 7.289 e € 9.044 rispettivamente, per singolo paziente. Il costo medio di ospedalizzazione della sincope, invece, sfiora i € 3.000 per singolo paziente. Il caso degli ILR aiuta a capire i meccanismi della sanità e valutare la capacità del sistema di migliorarsi.
Esiste un ostacolo di natura amministrativa all’impiego dei monitor cardiaci impiantabili a livello ambulatoriale. “Lo sviluppo tecnologico – secondo il dott. Franco Ripa Dirigente del settore programmazione dei servizi sanitari e socio-sanitari della Regione Piemonte – è fondamentale per il miglioramento degli esiti in termini di salute.
In tale ambito è necessario ricercare le migliori evidenze scientifiche, applicarle e sottoporle ad attività sistematiche di valutazione. Inoltre è anche molto importante attuare gli interventi con il setting organizzativo più adatto, al fine di coniugare efficacia ed efficienza”.
“L’attuale pratica clinica richiede un ricovero ospedaliero per l’impianto di questi dispositivi – dice il dott.Gaetano Senatore, Direttore S.C. Cardiologia dell’ospedale di Cirie’-Lanzo – ASL TO 4 – che dal punto di vista tecnologico consentirebbero anche un setting ambulatoriale. Un intervento ambulatoriale sarebbe più che semplice per il paziente e più economico per il servizio sanitario”.
Innovare il percorso clinico
Secondo Rocco Palese, Assessore Sanità, Benessere animale, Controlli interni, Controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19, Regione Puglia, ”l’innovazione, infatti, impatta sul governo del percorso clinico del paziente cardiovascolare. Questo ci deve portare al riconoscimento di altre patologie che potrebbero essere curate fuori dalle degenze ordinarie. È per questo che le risorse del PNRR vanno ottimizzate: per innovare il percorso clinico”.
“La Campania – sottolinea Ugo Trama, UOD Politica del Farmaco e dispositivi Regione Campania tra i protagonisti del dibattito – sta attuando un programma pilota che possa validare i percorsi ottimizzati dei pazienti cardiovascolari ridefinendone, ad iso-risorse e technology-driven, il setting assistenziale da ricoveri ordinari a day surgery. I benefici correlati ad una gestione ottimale di questi pazienti sarebbero importanti anche in ottica regionale. Con un recupero di risorse derivante dal trattamento delle procedure elencate attraverso un miglioramento dell’appropriatezza e dell’efficienza erogativa”.