Neuralink, risultati straordinari dopo i primi 100 giorni
Sono trascorsi 100 giorni dall’impianto del primo chip Neuralink nel cervello di Noland Arbaugh, paziente zero per la tecnologia che consente all’essere umano di connettersi ai computer attraverso il pensiero. Il paziente arruolato nello studio Prime ha ricevuto un impianto di 1.024 elettrodi distribuiti su 64 fili altamente flessibili e ultrasottili per registrare l’attività neurale. Un sistema hi-tech che nei primi 100 giorni dentro il cervello di Noland ha regalato traguardi da record, ma ha costretto anche gli ingegneri e i ricercatori a risolvere intoppi. Incidenti di percorso, poi risolti.
Velocità di trasmissione Neuralink
Il problema si è verificato “nelle settimane successive all’intervento – hanno raccontato gli esperti di Neuralink nel loro resoconto – alcuni “fili” del chip “si sono ritirati dal cervello, determinando una netta diminuzione del numero di elettrodi efficaci. Ciò ha portato a una riduzione dei valori di bit al secondo (Bps)”, l’unità di misura con cui sono state valutate le performance dell’impianto.
Algoritmo
In risposta a questo cambiamento – hanno spiegato ancora gli esperti – abbiamo modificato l’algoritmo di registrazione per renderlo più sensibile ai segnali della popolazione neurale, migliorato le tecniche per tradurre questi segnali in movimenti del cursore e migliorato l’interfaccia utente”. Queste modifiche “hanno prodotto un miglioramento rapido e duraturo del valore Bps, che ora ha superato la performance iniziale di Noland”.
Sessioni di lavoro
Nei giorni feriali, Noland è impegnato in sessioni di ricerca per un massimo di 8 ore al giorno. Nei fine settimana, l’uso personale e ricreativo dell’impianto può superare le 10 ore al giorno. Recentemente il paziente zero ha utilizzato il dispositivo per un totale di 69 ore in una sola settimana: 35 di sessioni strutturate e ulteriori 34 di uso personale. Le sessioni permettono di valutare le performance del device.
I punteggi
Più sono alti i valori Bps, migliore è il controllo delNeuralink nel cervello di Noland Arbaugh, paziente zero per la tecnologia che consente all’essere umano di connettersi ai computer attraverso il pensiero. Successivamente ha raggiunto 8 Bps e attualmente sta cercando di battere i punteggi degli ingegneri Neuralinkbattere i punteggi degli ingegneri Neuralink utilizzando un mouse”.