Sanità: Grandi Ospedali, a Napoli la terza edizione
Professionisti della sanità, industrie farmaceutiche, direttori generali si incontrano per la terza edizione di “Open meeting // Grandi Ospedali”: una due giorni per affrontare le sfide del settore. L’appuntamento, presentato ieri mattina al Ministero della Salute, è in programma a Napoli per il 28 e 29 maggio 2024, all’AORN A. Cardarelli e AOU Federico II.
L’Open Meeting – arrivato alla sua terza edizione dopo quelle di Firenze e di Roma – è stato introdotto dai saluti del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e da quelli Giovanni Migliore, presidente Fiaso, Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere.
“In questo momento di trasformazione radicale della sanità – ha spiegato il ministro della Salute Orazio Schillaci – è stimolante sapere che nei nostri ospedali si stanno portando avanti idee e progetti per individuare le soluzioni migliori per rafforzare la capacità del sistema di rispondere efficacemente ed in modo sostenibile alle esigenze dei cittadini, approfondendo temi attuali e coerenti con il processo di riforma del Servizio Sanitario Nazionale che stiamo implementando”.
Sanità: ospedali, motore dell’innovazione
“Gli ospedali sono stati e sono il motore dell’innovazione, dell’eccellenza del servizio sanitario nazionale”, ha sottolineato Migliore. “Adesso gli ospedali sono di fronte a una nuova sfida che è quella dettata dalla nuova riforma della sanità territoriale, che non può fare a meno della capacità, della competenza e soprattutto della consuetudine delle strutture ospedaliere a realizzare soluzioni flessibili nell’interesse del paziente.
Attraverso gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie di comunicazione applicate in sanità, gli ospedali potranno finalmente realizzare una relazione intensa e che consenta effettivamente di assicurare quella continuità assistenziale che in passato è stato più difficile realizzare, proprio per la difficoltà di mettere in relazione la medicina e gli specialisti del territorio con chi all’interno dei grandi ospedali offriva le cure di alta specializzazione. Oggi ne abbiamo la possibilità e gli ospedali sono chiamati ancora una volta a fare la loro parte ed essere il centro propulsivo di questa grande innovazione nell’interesse del paziente”.
Ruolo dell’AI
“Con l’intelligenza artificiale – ha continuato Migliore – abbiamo già consuetudine perché nei nostri ospedali di fatto è presente all’interno di tutte le tecnologie che sono al servizio per esempio della terapia intensiva o della diagnostica per immagini. Oggi abbiamo l’opportunità di avere uno sviluppo di questa modalità operativa, che sfrutta le grandi capacità di calcolo. Come tutte le tecnologie numeriche, serve a supportare i professionisti in quelli che sono compiti di routine: attività di monitoraggio o la disamina di base di informazioni sanitarie, che per esempio, possono essere assolte più velocemente attraverso questi software. È evidente che è necessario poter contare anche su professionisti con competenze diverse e mi riferisco non solo ai medici ma a tutto il personale e agli operatori sanitari che lavorano nei nostri ospedali: è una sfida per la formazione”.
“Cosa succederà in caso di eventuali nuove pandemie? Noi – ha concluso il presidente di Fiaso – abbiamo dimostrato sul campo di saper adottare modelli organizzativi flessibili che sono stati vincenti durante la difficilissima stagione del Covid. Abbiamo bisogno però che venga messo in campo nei prossimi anni anche un rinnovamento del nostro patrimonio edilizio sanitario, oggi è necessario pensare anche a una logistica e a un’architettura che consentano anche agli ospedali, al di là dei modelli organizzativi, di essere strutturalmente flessibili”.
Petralia: progredire nella ricerca contro malattie complesse
“Oggi la sanità – ha spiegato Paolo Petralia, Direttore Generale, ASL 4 Liguria, intervenuto al dibattito– si trova a dover affrontare sfide nuove e complesse. Dai processi di digitalizzazione, che spaziano dalla dematerializzazione dei documenti all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, fino alla necessità dei Grandi Ospedali di rimanere tali, cioè centri d’eccellenza. Questo significa riuscire a progredire nella ricerca contro le malattie più complesse, come quelle rare, e verso nuove ed eventuali pandemie, ma anche rimanere aperti verso il territorio, dalla presa in carico dei pazienti alla cure successive. Questioni rispetto alle quali lavoriamo per fornire risposte puntuali, anche mediante momenti come questo”.
40 laboratori nel progetto Grandi Ospedali
All’Open Meeting sono già in programma oltre 40 laboratori tematici destinati a coinvolgere professionisti del settore sanitario con competenze e provenienza diverse, grandi aziende dei settori Pharma e Biotech, direttori generali di aziende sanitarie pubbliche e private. Tutti pronti a lavorare in sinergia per due giorni consecutivi, guidati dagli Ambassador, i top manager della sanità che promuovono un’ottica circolare: “Dobbiamo sempre passare – specifica Petralia – dall’idea alla ricaduta concreta sull’attività dei Grandi Ospedali”.
Durante la mattinata, nell’introdurre gli obiettivi del futuro prossimo sono stati presentati i risultati delle scorse due edizioni e che hanno riguardato la creazione di un ambiente favorevole alla ricerca, la digitalizzazione dei Grandi Ospedali, le competenze e la comunicazione interna, le politiche messe in campo per la medicina di genere, l’approccio in tema di malattie rare, chirurgia e robotica.
Temi che saranno approfonditi all’Open meeting 2024, per elaborare strategie ancora più aderenti alle nuove esigenze della sanità pubblica e privata.