I gatti e l’ormone della felicità
Non sono solo i cani ad essere i migliori amici dell’uomo, di diritto l’ambita medaglia di fedeltà viene ora appuntata anche al collarino dei fatti. Se è vero che un cucciolo di cagnolino produce effetti positivi nella terapia per i cardiopatici prolungandone la vota in base a studi scientifici, altrettanto vero è che anche i
gatti possono essere una parte importante nella cura. Per questo motivo la Fondazione Iseni e il Centro Cuore Malpensa, che l’anno scorso avevano lanciato una pet-therapy con l’adozione gratuita di cani, partono ora con un’analoga iniziativa con i gatti. «I benefici riguardano la sfera dei disturbi stress-correlati e depressivi, e la sindrome ansiogena – spiega Andrea Macchi, direttore della struttura -. Il contatto con il pelo del gatto produce ossitocina, l’ormone della felicità. Il contatto con il pelo è piacevole e distensivo, agisce in modo positivo su battito, frequenza cardiaca e pressione arteriosa». Ragione per la quale si è deciso di avviare dei protocolli di intesa con alcuni gattili del territorio gestiti da volontari dove vengono portati i gatti abbandonati. Così da proporre ai pazienti qualche tenera adozione.
Effetti positivi
Dal punto di vista clinico l’ossitocina è un ormone molto importante, viene prodotto dall’ipofisi ed entra poi nel sistema circolatorio e rilasciato dai recettori nervosi di alcune cellule. Le sue funzioni sono sorprendenti: regola il funzionamento di organi e tessuti periferici durante il momento del parto e dell’allattamento. E , cosa molto interessante, stimola il desiderio sessuale e favorire l’affettività e l’empatia. Non a caso questo ormone si è conquistato il soprannome di “ormone della felicità”. È stato dimostrato che è coinvolto in tutte le fasi dell’attività sessuale ed è molto importante perché, al di là dei rapporti intimi, funge un pio’ da collante nelle relazioni interpersonali, secondo alcuni studi anche fino al punto da favorire la monogamia e i rapporti stabili.