Disfunzione erettile, curarla fa bene anche a lei
A nessun uomo fa piacere dover ammettere di soffrire di disfunzione erettile, per questo in molti preferiscono sopportare e girare la testa dall’altro lato. Questo può creare tensioni di coppia e avere ripercussioni di vario genere, così come curare il problema ha ricadute positive più ampie di quanto si potrebbe immaginare. La terapia della disfunzione erettile funziona infatti per due: anche la partner di un uomo in cura trae numerosi e inaspettati vantaggi, che vanno ben al di là del miglioramento del benessere di coppia.
Benefici
È quanto emerge dal primo studio che ha indagato il lato femminile del trattamento della disfunzione erettile: se lui risolve il suo problema, lei vede aumentare la produttività in ufficio e migliorare l’attività lavorativa, in più ci guadagnano anche i rapporti sociali e la gestione del tempo libero. I dati, presentati in occasione del 42° Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia, a Roma dal 10 al 12 maggio, mostrano per la prima volta che le cure “valgono doppio” perché hanno effetti positivi su entrambi i componenti della coppia. È però vero anche il contrario: una mancata terapia ha ripercussioni pesanti anche sulla donna, che può avere per questo un peggioramento della qualità di vita, delle relazioni sociali e perfino della propria situazione economica.
Qualità di vita
L’indagine è stata condotta da esperti della SIA su 340 donne dai 35 ai 68 anni, partner di pazienti che si sono recati dall’andrologo per una disfunzione erettile. Alle donne sono stati sottoposti i due questionari su funzione sessuale e qualità di vita utilizzati in genere per l’uomo prima e dopo la terapia, per capire come questi parametri cambino con la cura; le partner hanno risposto alle domande al momento della prima visita e dopo alcuni mesi, a trattamento ben avviato. I risultati sono stati molto chiari, come racconta Bruno Giammusso, Presidente della Commissione Scientifica della Società Italiana di Andrologia e coordinatore dello studio: «All’arrivo nel centro di andrologia gli indici di qualità di vita delle partner di uomini con disfunzione erettile erano molto più bassi rispetto a quelli della popolazione generale di donne della stessa fascia di età. Quando la rilevazione è stata ripetuta dopo il trattamento farmacologico del problema maschile gli indici sono molto migliorati, ma solo nelle coppie in cui la terapia ha avuto successo. Il benessere sessuale è incrementato del 55% e ciò non sorprende, ma ci ha molto stupito l’inatteso e netto miglioramento delle relazioni con i familiari (+42%), della gestione del tempo libero (+38%), dell’attività lavorativa (+51%) e addirittura della produttività in termini economici (+35%). Un risultato sorprendente, che tuttavia si può spiegare pensando a quanto incida sulla psicologia della donna avere un compagno con una disfunzione erettile: le partner dei pazienti si sentono insicure della loro femminilità, hanno una minore autostima e questo si traduce in un peggioramento delle relazioni e della fiducia in se stesse, anche sul lavoro. Perciò questi dati suggeriscono anche che una mancata terapia lascia la donna in difficoltà, compromettendone il benessere su molti più fronti rispetto a quanto pensavamo in passato».