Brasile: prima nata grazie a un utero di donatrice morta
In Brasile è nata la prima bambina da una madre a cui era stato trapiantato l’utero di una donatrice morta. Fino ad oggi era successo solo da donatrici viventi. La neomamma trentaduenne aveva ricevuto il trapianto nel 2016, a San Paolo in Brasile. Dopo avere effettuato un trattamento di fertilità, ha dato alla luce la bimba nel dicembre 2017. La neonata è sana e sta bene; alla nascita pesava 2,5 chili. La notizia è stata riportata solo oggi dalla Bbc.
Il trapianto di utero
Ad oggi nel mondo ci sono già stati 39 trapianti di utero da donatrice vivente. In diversi casi si è trattato di madri che lo hanno donato alle proprie figlie e hanno portato alla nascita di 11 bambini. Il caso brasiliano è invece il primo andato a buon fine a seguito di un trapianto da donatrice morta. C’erano già stati dieci trapianti precedentemente, ma tutti erano falliti o avevano portato ad un aborto spontaneo. Nel caso della neomamma brasiliana, affetta dalla sindrome di Mayer-Rokitansky-Küster-Hauser (che porta alla mancata formazione di vagina e utero), la donatrice di utero, quarantenne, era morta dopo un’emorragia cerebrale. I medici brasiliani hanno somministrato alla paziente dei farmaci che hanno indebolito il sistema immunitario, per evitare che il suo corpo rigettasse l’utero trapiantato. A 6 settimane dall’intervento ha iniziato ad avere il ciclo mestruale e sette mesi dopo i suoi ovociti, precedentemente fecondati, le sono stati impiantati. Dopo una gravidanza normale, la bambina è nata con taglio cesareo. “Il primo trapianto di utero da donatrice vivente è stata una pietra miliare della medicina – ha commentato Dani Ejzenberg, dell’Ospedale das Clinicas di San Paulo – ma presenta delle limitazioni, perchè le donatrici viventi sono poche, e di solito si trovano tra familiari o amici stretti”. Questa nuova prospettiva permette di ampliare la platea di potenziali donatrici.