Stress, ansia e depressione, l’altra faccia del diabete
Il diabete è una malattia cronica che non concede pause. L’impatto che può avere sulla salute mentale dei pazienti è un tema ancora poco discusso. Secondo i dati disponibili, una persona su quattro con diabete di tipo 1 e una su cinque con diabete di tipo 2 soffre di stress e ansia. Due condizioni che possono portare a depressione, burnout e a un rapporto complicato con il cibo e con i farmaci, soprattutto l’insulina. Un disagio che interessa quasi 1 milione di persone in Italia, ma quasi la metà di questi casi non viene individuata. In occasione della Giornata Mondiale del Diabete che si celebra il 14 novembre di ogni anno, Roche Diabetes Care ha lanciato la campagna social internazionale “#ConnectingWhatCounts between diabetes and mental well-being”. L’iniziativa vuole porre l’attenzione sui lati invisibili della convivenza con il diabete e i pregiudizi che sono spesso alla base di molti disturbi di natura psicologica.
Diabete e complicanze
“Il diabete influisce su tutti gli aspetti della vita delle persone che vi convivono, trattandosi di malattia cronica impegnativa da gestire. Richiede un monitoraggio costante e può causare complicanze a lungo termine se non adeguatamente controllata, come retinopatia, patologie renali e cardiovascolari. Per questo per avere un successo terapeutico è fondamentale non guardare solo il quadro clinico, ma la qualità di vita complessiva del paziente”. Lo ha sottolineato Dario Pitocco, Direttore Unità Operativa Dipartimentale di Diabetologia Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Per fortuna – ha continuato – oggi la tecnologia offre diverse soluzioni per semplificare e migliorare la gestione della malattia. Per esempio, i sensori per il monitoraggio in continuo del glucosio che permettono di conoscere costantemente il valore della glicemia possono avere un forte impatto nella vita delle persone con diabete. Il coinvolgimento come attori con un ruolo attivo nella cura e prevenzione favorisce l’aderenza terapeutica e una miglior personalizzazione nella cura”.
Tecnologia dà potere ai pazienti
Grazie alla collaborazione tra Personalive e le Associazioni Pazienti in ambito diabetologico è stata condotta l’indagine “Indicatori di usabilità dei sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio: il punto di vista delle persone con diabete”. Il progetto, con il contributo non condizionante di Roche Diabetes Care Italy, ha indagato il percepito delle persone con diabete e il loro rapporto con i sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio (CGM), per realizzare una fotografia del contesto italiano. I risultati sono stati presentati al XXIV Congresso Nazionale AMD che si è appena concluso a Firenze.
“L’evoluzione tecnologica può essere davvero di grande aiuto per le persone con diabete. permette di poter tenere costantemente monitorata la glicemia e poter disporre di una serie di informazioni utili sia per il paziente sia per il medico curante per personalizzare la terapia e ottenere un miglior controllo metabolico. Questi aspetti, insieme ad altri vantaggi come la possibilità di poter posizionare il sensore in zone non visibili o di personalizzare gli allarmi, sono importanti per la quotidianità e quindi per il benessere mentale delle persone con diabete che possono condurre la propria vita senza limitazioni. Queste tecnologie restituiscono “empowerment” al paziente, cioè senso di maggiore controllo sulla sua patologia, aumentando quindi la motivazione ad essere coinvolti attivamente nel miglioramento del loro stile di vita e nell’aderenza terapeutica”, ha commentato Guendalina Graffigna, Professore Ordinario di Psicologia dei Consumi e della Salute, Direttore di EngageMinds HUB, Università Cattolica del Sacro Cuore, Cremona.