Ecoansia, così si diffonde una nuova malattia
La crisi climatica sta generando quella che gli psicologi definiscono già “ecoansia”, un allarme che per ora arriva dagli psicologi delle Marche, ma che non andrebbe sottovalutato. Le catastrofi climatiche, sempre più frequenti, si riflettono infatti sulle persone determinando stati di stress, ansia, tristezza ma anche paura per il futuro che porta a rinviare importanti progetti di vita.
Vulnerabilità
I forti temporali che determinano nubifragi o vere e proprie alluvioni, così come l’intensa siccità che favorisce incendi diffusi, non sono solo situazioni critiche in chiave ambientale, ma hanno ripercussioni evidenti nelle persone, soprattutto nei giovani. «Oggi questi episodi irrompono nella vita quotidiana di ciascuno di noi – spiega Katia Marilungo, presidente dell’Ordine regionale – portando a sentirsi vulnerabili e suscettibili, di avvertire di non avere il controllo della propria vita, con una generale tendenza alla tristezza».
Un fenomeno nuovo
Il disturbo, ancora poco noto, affligge diverse persone, soprattutto quelle che vivono in zone suscettibili a problemi idrogeologici, con variazioni climatiche estreme che oscillano tra siccità e nubifragi, talvolta nel corso della stessa stagione. Anche una semplice avvisaglia meteorologica – e nell’arco di un anno, nelle Marche, ne siamo stati testimoni anche più di una volta a settimana – può provocare autentico stress in alcuni individui, scatenando stati d’ansia e paura.
Paura del futuro
La preoccupazione non riguarda solo l’immediato pericolo per la propria sicurezza e i propri beni, ma spinge a mettere in discussione anche il futuro: «Ci sono giovani che tendono a rinviare varie scelte di vita, come spostarsi per motivi di lavoro, acquistare una casa, programmare vacanze e persino avere figli, poiché sono tormentati dall’ecoansia. Per alcuni, pensare al futuro diventa una vera e propria sfida», afferma la presidente Marilungo.
Come affrontarla
Tra i suggerimenti per affrontare questo problema, vi è la ricerca di supporto da parte di amici, familiari o psicologi per consulenze personalizzate. Inoltre, possono essere di aiuto la meditazione, l’attività fisica, la limitazione dell’esposizione a notizie negative e persino il coinvolgimento in azioni di attivismo climatico.