Donazioni di organi triplicate grazie al padre del piccolo Nicholas
Era l’ottobre del 1994 quando il gesto di un padre coraggioso rivoluzionò un intero corso. Era Reginald Green che insieme a sua moglie decise di donare gli organi del loro figlio Nicholas Green, il bimbo americano di 7 anni rimasto ucciso durante un tentativo di rapina in Calabria. Quel gesto di grande generosità, oltre a salvare la vita di 7 persone, diede una scossa alla coscienza di tutti gli italiani. Se, infatti, nel 1994 in Italia solo 6,2 persone per milione d’abitanti sceglievano di dire sì alla donazione d’organi di un proprio caro, il gesto scatenò un vero e proprio ‘effetto Nicholas’, come ha raccontato in questi giorni a Milano il padre Reginald. Negli anni seguenti le donazioni d’organo in Italia sono triplicate, arrivando a 23,1 per milione d’abitanti. Nicholas poté donare due reni, due cornee, il cuore, il fegato e le cellule del pancreas. La donazione cambiò la vita a 5 malati gravi, di cui 4 adolescenti, e ridiede la vista ad altre due persone. Il 9 febbraio scorso è morto a Roma Andrea Mongiardo, 37enne di Roma che quando morì Nicholas aveva una grave malattia cardiaca: gli rimaneva un solo anno di vita. Ricevette proprio il cuore, e di anni ne visse altri 22, fino a quando perse la sua battaglia contro un linfoma. Delle 7 persone salvate da Nicholas, oggi, a distanza di quasi un quarto di secolo, ben cinque vivono una vita normale: due hanno ad esempio abbandonato la dialisi, mentre una ragazza ricevette il fegato e si salvò da una malattia che la stava uccidendo. Oggi sta bene, ha avuto un figlio e l’ha chiamato proprio Nicholas.