Vaccini: 67 milioni di bambini senza nella pandemia. Cala fiducia
La percezione pubblica dell’importanza dei vaccini per i bambini è diminuita durante la pandemia da COVID-19 in 52 sui 55 Paesi presi in esame. Il dato emerge un nuovo rapporto dell’Unicef sulle vaccinazioni.
Il declino nella fiducia nel mondo arriva in un momento in cui si assiste al più grande arretramento prolungato della vaccinazione dei bambini da 30 anni a questa parte. Un dato alimentato dalla pandemia COVID-19.
Il rapporto rivela che tra il 2019 e il 2021 un totale di 67 milioni di bambini nel mondo non hanno ricevuto le vaccinazioni. I livelli di copertura vaccinale sono in calo in 112 Paesi. Di questi 48 milioni non hanno ricevuto una sola dose di vaccino, detti anche “a 0 dose”.
Nel 2022, ad esempio, il numero di casi di morbillo è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. Il numero di bambini paralizzati dalla polio è aumentato del 16% rispetto all’anno prima.
I vaccini salvano 4,4 milioni di vite umane ogni anno. Il numero potrebbe salire a 5,8 milioni entro il 2030 se gli obiettivi dell’Agenda 2030 per la vaccinazione fossero raggiunti.
Prima dell’introduzione del vaccino nel 1963, il morbillo uccideva circa 2,6 milioni di persone ogni anno, prevalentemente bambini. Nel 2021, i decessi per morbillo sono scesi a 128 mila – un numero ancora troppo elevato.
Inoltre, circa 7 ragazze su 8 non sono vaccinate contro il papillomavirus umano (HPV), che può causare il cancro al collo dell’utero.
Il rapporto rileva che nel mondo le donne sono in prima linea nella distribuzione delle vaccinazioni. Tuttavia devono far fronte a salari bassi, occupazione informale, mancanza di formazione formale e di opportunità di carriera e minacce alla loro sicurezza.
La fiducia nei vaccini in Italia
Il rapporto “La condizione dell’infanzia nel mondo 2023: per ogni bambino, vaccinazioni” rivela che in Italia, c’è stato un calo di 6,8 punti percentuali nella fiducia nei vaccini, dal 92,1% all’85,5%. Fra le persone sotto i 35 anni il calo è stato maggiore (7,5 punti percentuali) rispetto a quelle sopra i 65 anni (4,6). Fra le donne (8,6 punti in meno) maggiore che fra gli uomini (4,7 punti in meno).
Secondo i nuovi dati, raccolti dal Vaccine Confidence Project e pubblicati dall’Unicef, Cina, India e Messico sono gli unici paesi studiati in cui i dati indicano una percezione dell’importanza dei vaccini rimasta inalterata o addirittura migliorata. Nella maggior parte dei paesi, le persone sotto i 35 anni e le donne hanno maggiori probabilità di segnalare meno fiducia nei vaccini per i bambini dopo l’inizio della pandemia.
Andamento dei dati legato al tempo
La fiducia nei vaccini è volatile e legata al tempo. Sono necessarie ulteriori analisi per determinare se i risultati siano indicativi di una tendenza a lungo termine, si legge nel rapporto. Nonostante la flessione, il sostegno complessivo ai vaccini rimane relativamente forte. In quasi la metà dei 55 Paesi studiati, più dell’80% degli intervistati ritiene che i vaccini siano importanti per i bambini.
Tuttavia, il rapporto avverte che la confluenza di diversi fattori suggerisce che la paura dell’esitazione nei confronti del vaccino potrebbe essere in aumento. Questi fattori includono l’incertezza sulla risposta alla pandemia, il crescente accesso a informazioni fuorvianti, la diminuzione della fiducia nelle competenze e la polarizzazione politica.
“All’apice della pandemia, gli scienziati hanno sviluppato rapidamente vaccini che hanno salvato innumerevoli vite. Ma nonostante questo risultato storico, la paura e la disinformazione su tutti i tipi di vaccini sono circolate tanto quanto il virus stesso”, ha dichiarato Catherine Russell, Direttore Generale dell’UNICEF. “Questi dati sono un preoccupante campanello d’allarme. Non possiamo permettere che la fiducia nelle vaccinazioni di routine diventi un’altra vittima della pandemia. Altrimenti, la prossima ondata di decessi potrebbe riguardare altri bambini colpiti da morbillo, difterite o altre malattie prevenibili”.
Pesano disuguaglianze. I dati in dettaglio
Il rapporto rivela che tra il 2019 e il 2021 un totale di 67 milioni di bambini non hanno ricevuto le vaccinazioni, con livelli di copertura vaccinale in calo in 112 Paesi. I bambini nati appena prima o durante la pandemia stanno superando l’età in cui normalmente verrebbero vaccinati. Confrontando il periodo 2019-2021 con il triennio precedente, si è registrato un aumento di otto volte del numero di bambini paralizzati dalla polio.
La pandemia ha anche acuito le diseguaglianze esistenti. Soprattutto nelle comunità più ai margini, la vaccinazione non è ancora disponibile o accessibile.
I bambini non raggiunti vivono nelle comunità più povere, remote ed emarginate, a volte colpite da conflitti. I nuovi dati prodotti per il rapporto dal Centro Interazionale per l’Equità nella Salute rileva che nelle famiglie più povere 1 bambino su 5 è a 0 dose, mentre nelle più ricche solo 1 su 20. Il rapporto mostra che i bambini non vaccinati spesso vivono in comunità difficili da raggiungere come aree rurali o slum urbani. Spesso hanno madri che non sono potute andare a scuola e che hanno poco peso nelle decisioni familiari. Queste sfide sono più ampie nei paesi a basso e medio reddito, dove 1 bambino su 10 in aree urbane è a 0 dosi e 1 su 6 nelle aree rurali. Nei paesi a reddito più alto, non c’è quasi differenza tra i bambini in aree urbane e rurali.
“Le vaccinazioni hanno salvato milioni di vite e proteggere le comunità da epidemie di malattie mortali”, ha dichiarato Catherine Russell. “Tutti noi sappiamo bene che le malattie non rispettano confini. Vaccinazioni di routine e sistemi sanitari forti sono il modo migliore per prevenire future pandemie, morti e sofferenze non necessarie. Con le risorse ancora disponibili dalla campagna di vaccinazione contro il COVID-19, è il momento di reindirizzare questi fondi per rafforzare i servizi di vaccinazione e investire in sistemi sostenibili per ogni bambino.”