Un rischio che ci tiene in “fibrillazione”
La fibrillazione atriale è la più diffusa tra le malattie cardiache. I più colpiti sono gli anziani, anche se la fibrillazione atriale può essere associata ad altre malattie del cuore. Può essere acuta o cronica e purtroppo costituisce un importante fattore di rischio per l’ictus. Ma in cosa consiste? Semplificando un po’, quando l’atrio non ha una buona capacità di contrarsi è facile che si formino dei piccoli trombi. Va detto che le caratteristiche della fibrillazione atriale variano da individuo a individuo. In diverso casi i “sintomi rivelatori” non si manifestano per anni, in altri i sintomi cambiano di giorno in giorno, ragione per la quale il trattamento congiunto dei sintomi e della fibrillazione atriale si rivela tutt’altro che semplice. Un dispositivo di monitoraggio continuo può fornire al medico un quadro clinico più completo, mettendolo in condizione di attuare un trattamento più mirato. La gestione della fibrillazione atriale la si fa con farmaci anti aritmici, mentre la gestione delle conseguenze si ottiene con farmaci anticoagulanti ma si tratta di una gestione difficile. Fortunatamente oggi abbiamo a disposizione esami che aiutano il medico a calibrare la terapia più opportuna. Per inciso, è importante che i medici stessi siano sempre aggiornati sulla terapia antitrombotica e anticoagulante. E cruciale che siano ben chiari gli obiettivi che il medico deve prefiggersi nella terapia, per ottenere il massimo beneficio possibile per il paziente, raggiungendo il migliore equilibrio nel rapporto tra rischio ischemico (risultato della terapia) e rischio emorragico (eventuale effetto collaterale)».
Un conto salato
Stando ai dati stimati della Società europea di cardiologia e dall’European heart network, il costo delle malattie cardiovascolari per i paesi dell’Unione Europea è di oltre 190 miliardi di euro l’anno. Le stime riferiscono di una spesa di circa 192 miliardi di euro, dovuti per il 57% (circa 110 miliardi) ai costi sanitari, per il 21% alla produttività persa e per il 22% alle cure informali (82 miliardi). Sono le malattie che hanno i costi economici, oltre che umani, più elevati d’Europa.
Stili di vita
Per prevenire l’insorgere di queste malattie, e tenere il cuore in salute, adottare stili di vita corretti è fondamentale. Va detto che non esiste una dieta ad hoc che possa metterci al riparo dalle patologie cardiache non esiste, ma sicuramente si possono seguire delle regole che aiuteranno a restare in salute. Di molto utili se ne trovano sul portale della Fondazione Veronesi. In caso di sovrappeso o di obesità è bene impostare con il medico una dieta a basso contenuto calorico. Ridurre il consumo di sale, consumare con parsimonia pane e prodotti da forno, evitare alimenti conservati sotto sale o sott’olio, precotti o preconfezionati e salse. E ancora, abolire (o limitare al massimo) le bevande gassate, gli alcolici e superalcolici, prediligere condimenti semplici, come sughi di pomodoro o alle verdure per la pasta, e brodo vegetale per risotti, pasta o riso, non eccedere con l’assunzione quotidiana di vitamina K e preferire cotture al vapore, ai ferri, alla griglia e al cartoccio per carni e pesci; a lesso, al vapore o al forno per le verdure.