Tumore al seno: lo screening che salva la vita
A confermare che il programma di screening mammografico proposto ogni anno alle donne dalla Provincia Autonoma di Trento ha una rilevante azione diagnostica nella cura dei tumori, arrivano i dati forniti dall’assessore alla salute e politiche sociali della provincia trentina, Luca Zeni.
Secondo quanto riferito, ogni anno nella provincia di Trento vengono effettuate oltre 380 nuove diagnosi di tumore al seno, mentre sono circa 100 le donne che per questa malattia tutti gli anni perdono la vita.
Tra il 2011 e il 2015 in totale le donne residenti malate di cancro, sono state 1390 tra nuove e pregresse diagnosi e donne sopravvissute. In media ogni anno i nuovi casi nella popolazione residente invece sono circa 280. All’inizio del 2016 invece le pazienti a cui era stata diagnosticato un carcinoma mammario erano 4584 contro le 7364 dell’anno precedente. Un numero in netto calo che fa comprendere quanto sia stata benefica l’azione del programma di screening che ha consentito di rilevare con anticipo casi di tumore allo stadio iniziale, quindi più “semplici” da affrontare da punto di vista medico.
Secondo i dati riferiti dall’assessore Zeni, infatti, il numero dei tumori in stadio T2+ (cioè superiori ai 2 cm) sia di gran lunga inferiore (meno della metà) nelle donne che aderiscono con assiduità al programma di screening e prevenzione.
La mammografia oggi è considerato il più efficace strumento di diagnosi precoce per combattore il tumore al seno. Di recente alla mammografia è stata associata la tomosintesi che permettere di accrescere la riconoscibilità dei tumori e contemporaneamente di risolvere alcuni dei dubbi diagnostici che avrebbero richiesto un successivo richiamo di approfondimento.