Trombosi venosa: un’app tutta italiana per prevenirla
La tecnologia digitale si conferma sempre più uno strumento di prevenzione. Una nuova applicazione per smartphone aiuta, infatti, a prevenire il rischio di trombosi venosa e di embolia polmonare e consente al medico una diagnosi più tempestiva. Il padre dell’invenzione è il direttore del modulo di Chirurgia traslazionale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara, Paolo Zamboni che l’ha chiamata “Ve.Thro”, acronimo di Venous Thromboembolism. Lo sviluppo del software, funzionante sia sui sistemi Android sia su quelli Apple, lo si deve a “TechMobile”, azienda italiana specializzata nel settore telefonico fondata nel 2008 con sede a Cernusco sul Naviglio (Milano).
L’idea nasce nel 2007, “ho scritto un manuale tascabile – spiega il prof. Zamboni – per semplificare l’applicazione delle linee guida nelle corsie degli ospedali. Il libro e’ andato esaurito, ma come tutti i libri ha raggiunto solo una minoranza dei medici. Da qui e’ partita l’idea di digitalizzare il libro rendendolo una ‘app’. L’intuizione si basa su un presupposto: non esiste oggi medico che non abbia nel taschino uno smartphone”. L’applicazione ha però due versioni: una scaricabile liberamente dei pazienti e l’altra destinata esclusivamente ai medici. “Nel nostro dipartimento di Chirurgia – sottolinea Zamboni – stiamo progettando uno studio per verificare i vantaggi dell’utilizzo della ‘app’ professionale ‘Ve.Thro’ all’interno dell’azienda ospedaliero universitaria di Ferrara”. Compilando un questionario sullo schermo dello smartphone, gli utenti non medici possono valutare il proprio grado di rischio tromboembolico ed eventualmente decidere di richiedere un consulto medico.
L’applicazione “Ve.Thro” prevede la risposta a un set di domande alle quali e’ associato un punteggio sulla base del quale l’applicazione fornisce una valutazione della classe di rischio del paziente. I medici, invece, possono utilizzare l’applicazione per valutare il livello di rischio dei propri pazienti e determinare le terapie piu’ adatte, differenziandole per grado di rischio, condizione medica, principi attivi utilizzabili e loro controindicazioni.