Medico in classe, l’ora della prevenzione
«Anche il ministro della Salute Giulia Grillo ha sposato l’idea di riportare la figura del medico in classe. Essendo stati i primi a lanciare questo progetto non possiamo che essere entusiasti di quello che ci sembra un passo in avanti decisivo». Così Marco Trabucco Aurilio, direttore scientifico del network di promozione della salute PreSa ,commenta la decisione del ministro Giulia Grillo di sostenere la reintroduzione dei camici bianchi all’interno degli Istituti scolastici. Una figura che, anche se in forme diverse da come dovrebbe essere oggi, è esistita in passato. Oggi potrebbe tra le altre cose essere utile ad affrontare i temi dei «i disturbi della sfera psichica della sessualità, il bullismo, le dipendenze da sostanza ma anche da telefonini». Secondo il ministro Grillo «c’è uno spazio che ora è vuoto» per quanto riguarda il medico a scuola, una figura terza che potrebbe aiutare bambini e ragazzi in molte aree, dalla scuola dell’infanzia a quelle superiori.
LA PROPOSTA
A spingere il network editoriale PreSa a lanciare il progetto è la convinzione che una cultura della Salute va creata negli anni, a partire dai banchi di scuola. «La chiave – ribadisce Trabucco Aurilio – è quella di coinvolgere gli specializzandi in Medicina e Chirurgia, per insegnare ai ragazzi a prendersi cura di loro stessi ed educarli alla prevenzione, favorendo stili di vita e comportamenti sani». Ed è proprio questo l’appello che nei mesi scorsi era stato lanciato dal network PreSa al ministro della Salute Giulia Grillo e a quello per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Marco Bussetti. Un’idea realizzabile a costo zero, ma che può portare benefici importanti. «Il progetto – evidenzia Marco Trabucco Aurilio, – è quello di coinvolgere in questo “servizio alla comunità” i medici specializzandi delle università italiane, che potrebbero dedicare una piccola parte del loro percorso formativo alla promozione di corretti stili di vita e adeguate misure di prevenzione nelle scuole italiane senza gravare sulle casse del Sistema sanitario perché già titolari di borsa di studi»
GLI ESPERTI
Favorevoli all’iniziativa si erano detti (già nel mese di ottobre dello scorso anno) anche gli specialisti e gli insegnanti di sostegno. «Sono favorevole all’idea – aveva spiegato all’ANSA Paolo Bonanni, ordinario di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Firenze – bisogna vedere tecnicamente come attuarla. Una volta esisteva il medico scolastico. Con la riforma del Ssn tutto è stato ricondotto alla figura del medico del dipartimento di prevenzione. Bisognerebbe ora guardare al modello inglese e alla medicina preventiva verso i ragazzini in età scolare e i preadolescenti». Anche Evelina Chiocca, vicepresidente del coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno, aveva detto che «per motivare la presenza del medico in classe “è necessario fare riferimento a una strutturata e coordinata progettualità in tema di prevenzione».