Chi fuma avvelena i figli anche mentre dorme
Dire che fumare fa male è come dire che il fuoco brucia. Non tutti però sanno che una mamma o un papà che fumano avvelenano i propri figli anche quando non hanno la sigaretta in bocca. E’ scioccante, ma è proprio così. Diversamente da quanto si possa credere, il fumo passivo va ben oltre il momento nel quale ci si accende la sigaretta. Dire: «Esco fuori, così non fumo davanti al bambino non ha alcun senso». Il perché lo spiega il dottor Paolo Noschese, dirigente medico del reparto di Pneumologia del Cardarelli di Napoli. «Dobbiamo pensare ai nostri polmoni come a dei contenitori. Basti pensare che in media i polmoni inspirano ed espirano 600 litri d’aria ogni ora».
Quindi ,si continua a espirare fumo anche dopo la sigaretta?
«Per ben 3 ore dal momento in cui la si spegne. Immagini cosa può significare per un bimbo che dorme accanto alla mamma tutta una notte in una stanza di medie dimensioni. Sono 6.000 litri d’aria inquinata in 10 ore. Se poi fuma anche il papà la situazione peggiora».
Questo può bastare a compromettere la salute di un bambino?
«Non è solo un’ipotesi, è una certezza. Su 100 casi di tosse cronica legata al fumo passivo, eliminata la sigaretta sono guariti 78 bambini. Un numero enorme».
Quali sono le sostanze nocive che si inspirano?
«Non si contano, possono esserci anche 4.000 sostanze pericolose. Si va dal monossido di carbonio alle polveri sottili prodotte dalla combustione, dagli idrocarburi aromatici policiclici (tipici cancerogeni assieme al catrame) al fenolo. E ancora, ammoniaca, ossido di azoto, antracene, benzopirene e addirittura polonio».
Ma è una sostanza radioattiva, no?
«Sì, diversi studi scientifici attestano come fumare 30 sigarette al giorno equivale in un anno a fare 300 radiografie del torace. Nessuno si sottoporrebbe a tanto».
Esiste un segreto per smettere?
«Credo che l’unico segreto sia la forza di volontà. Bisogna volerlo, poi possono esserci degli aiuti è chiaro».
Quanto serve al corpo per disintossicarsi?
«Basta pochissimo per iniziare a trarre dei benefici. Già nei primi 20 minuti la pressione e la frequenza cardiaca tendono a normalizzarsi. Dopo le prime 8 ore i livelli di monossido di carbonio nel sangue calano, anche il livello della nicotina cala drasticamente e i livelli di ossigeno tornano ad essere normali».
«Dopo 24 ore è molto dura, la mancanza di nicotina può indurre ansia, irritabilità e un senso di frustrazione. Ma sono sacrifici ripagati dal traguardo dei due giorni, a questo punto l’olfatto e il senso del gusto tornano a funzionare la meglio. E poi più passa il tempo maggiori sono i benefici che si avvertono».
A cominciare, verrebbe da dire, dalla certezza di non avvelenare i propri figli. Che non è poco.