Carolyn Smith e oltre 600 ‘ladies’, il progetto nato dopo la malattia
Carolyn Smith, autrice, dance coach internazionale e presidente di giuria di Ballando con le Stelle, ha appena concluso la prima tappa del suo viaggio dedicato alle donne. Si tratta di “I am a woman first”, un incontro pensato per oltre 600 insegnanti e allieve provenienti da ogni angolo d’Italia, partecipanti al suo progetto.
“Sensual Dance Fit è nato per rispondere alle sfide del mio percorso oncologico“, spiega Carolyn Smith. “Volevo ritrovare me stessa, la mia femminilità, la coordinazione e la grazia che spettano a ogni donna e, in particolare, a una danzatrice.” Un vero e proprio movimento che incoraggia a ritrovare fiducia in se stesse attraverso la danza. Un programma aperto a tutte le donne, di ogni età, per promuovere il benessere e il movimento. L’obiettivo è aiutarle a riscoprire la propria femminilità attraverso passi di ballo e movimenti di fitness.
Carolyn Smith e il cancro
Il percorso di Carolyn iniziò nel 2015 con la sua prima diagnosi di tumore al seno. Dopo le cure e il riposo, nel dicembre del 2016, l’idea di creare qualcosa di nuovo si fece strada. Carolyn, con uno specchio e una sedia, sviluppò le prime coreografie del progetto Sensual Dance Fit, che aprirono la strada a nuove idee e progetti. “La danza è un potentissimo guaritore,” sostiene l’artista. “Il progetto è nato come risorsa personale, ma pian piano ha preso forma dando risultati straordinari. Benefici tangibili, non solo a livello fisico, ma anche a livello emotivo e psicologico”.
Da quel momento, il progetto ha spiccato il volo, diventando un fenomeno in crescita. Carolyn ha condiviso il suo programma inizialmente con un gruppo di amiche padovane per poi aprirsi a tutte le donne.
“L’intruso, come io sono solita definire la malattia” – afferma sorridendo Carolyn – “aveva avuto libero accesso nel mio corpo senza invito e mi aveva creato diversi problemi. Ma non potevo accettarlo senza combattere. Ero e sono fermamente convinta che ogni donna ospiti dentro di sé un intruso: una relazione che non funziona bene, un lavoro stressante, difficoltà economiche, problemi di salute. Criticità che la vita propone senza preavviso. Barriere ed inciampi arrivano e non è giusto dar loro eccessivo spazio; ogni donna ha diritto di liberarsi del proprio intruso e di ritrovare se stessa”.
Sulla base di questa consapevolezza e dei risultati oggettivi del programma, nel febbraio del 2017 inizia la maratona di condivisione iniziando con cinque scuole di ballo scelte per prime sul territorio italiano. Un progetto pilota – fondato da Smith assieme al marito, l’imprenditore e ballerino Tino Michielotto ed all’esperto di marketing Pietro Marchetti. A distanza di soli cinque anni, SDF conta oltre duecento scuole su tutto il territorio nazionale e più di quindicimila allieve di ogni età. Il progetto è prossimo ad essere esportato all’Estero. Prima nazione europea, la Gran Bretagna dove sono già attive le scuole SDF.
L’incontro per sensibilizzare sui temi della violenza psicologica e fisica
L’evento, moderato da Monica Leofreddi, si è svolto a Roma al Salone delle Fontane. È stato affrontato il tema dell’amore, per se stessi e per l’altro, con il fine di sensibilizzare sul benessere e contro la violenza fisica e psicologica.
La psicoterapeuta Maria Rita Parsi ha parlato di “come imparare ad amare da adulti”, la criminologa Roberta Bruzzone ha parlato di “cosa non è amore”. Sono intervenute anche la giornalista Luisella Costamagna e Arianna Mihaolovic che ha raccontato la sua esperienza personale.
Oltre alle coreografie, SDF punta sulla leadership delle insegnanti. A loro viene offerta una formazione a 360° che include, oltre alla danza, anche altre discipline quali: marketing, comunicazione, gestione finanze e, appunto, leadership.
Tornare a danzare dopo il cancro
Il Team SDF sta lavorando al progetto collaterale: Dance for Oncology (D4O), associazione che ha lo scopo di aiutare i pazienti oncologici attraverso il ballo. Tra i soci dell’associazione benefica partecipano anche imprenditori, medici e rappresentanti delle Istituzioni.
“Ci piace pensare alle nostre allieve come a donne felici e realizzate” – chiosa Carolyn – “donne che credono nella sorellanza e, per esteso, nella solidarietà. Condividiamo un desiderio e lo supportiamo unite per realizzarlo.”