Breast Unit, Campania in ritardo ma “il tempo non aspetta”
Per il tumore al seno la prevenzione è tutto. Nonostante questo solo l’8% delle donne italiane tra i 40 e i 70 anni sa cosa siano i centri di senologia multidisciplinari o Breast Unit. Inoltre, solo una regione su tre ha un numero di Breast Unit adeguato alla popolazione femminile: Friuli Venezia Giulia, Umbria e Valle D’Aosta. I numeri, che ci proiettano nel medioevo della prevenzione, sono quelli dell’indagine commissionata da Europa Donna Italia e condotta dall’istituto di ricerca SWG su un campione rappresentativo di 1.042 donne italiane nella fascia d’età più a rischio di tumore al seno (dai 40 ai 70 anni). Una ricerca che ha come obiettivo quello di indagare quanto effettivamente le donne sappiano di questa patologia e quanto conoscano i centri di cura dedicati e qualificati.
I ritardi
Recependo le direttive europee e secondo l’Intesa Stato-Regioni del 18 dicembre 2014, entro il 31 dicembre 2016 in Italia si sarebbero dovuti realizzare 242 centri di senologia. Attualmente sono 160 le Breast Unit, cioè meno della metà. C’è ancora tanto da fare. La Campania ad esempio dovrebbe dotarsi di 23 Breast Unit, mentre sul territorio ne esistono solamente 3 non iscritte a Senonetwork (il Network dei centri italiani di senologia che promuove il trattamento del tumore al seno in centri dedicati che rispettino i requisiti europei). Inoltre, secondo i dati di Europa Donna Italia, in Campania esiste una rete oncologica e la delibera della giunta regionale per l’attuazione delle Breast Unit è stato approvata con il decreto 98 del 20 settembre 2016. Nonostante questo non è stata ancora approvata la delibera di recepimento dell’Intesa Stato-Regioni.
L’appello
Sono questi i motivi che hanno portato Europa Donna Italia a lanciare un nuovo video-appello a tutte le Regioni, perché “il tempo non aspetta” e sono sempre di più le donne colpite dalla malattia. Abbiamo affidato il sollecito a Marisa Laurito che lo ha fatto suo con la passione che la contraddistingue – dice Rosanna D’Antona Presidente di Europa Donna Italia – Noi proseguiremo nella nostra azione di ricognizione territoriale e moltiplicheremo il nostro impegno nel sollecitare le Istituzioni perché si giunga al più presto alla completa applicazione della legge. L’Italia è in ritardo su due fronti primo, i centri di senologia multidisciplinari, che assicurano un 18% in più di sopravvivenza dal tumore al seno, non sono ancora operativi in metà delle Regioni, come documentano i risultati del nostro monitoraggio; secondo, e lo dimostrano i dati dell’indagine condotta per noi da SWG, c’è un’assenza quasi totale di informazione e consapevolezza da parte della popolazione femminile. Il risultato è che le donne non sono curate come prevede la legge, soffrono di più e guariscono di meno, mentre l’incidenza della malattia non smette di aumentare.