Anziani e longevità: il segreto è la mente impegnata… con i giochi
Impegnarsi in giochi mentalmente stimolanti è uno dei modi migliori per mantenere integro il proprio livello cognitivo. È quanto riscontrato da una ricerca su anziani over 70, che hanno presentato un minor rischio di sviluppare deterioramento cognitivo lieve impegnandosi in attività e giochi che mettono alla prova il cervello. Per gli adulti dai 70 anni in su con problemi cognitivi, l’attività ludica è stata associata a una riduzione del 22% del rischio di deterioramento cognitivo lieve di nuova insorgenza.
Dallo studio, pubblicato su JAMA Neurology e condotto da ricercatori della Mayo Clinic di Scottsdale, in Arizona, è emerso che lavorare sulle abilità si associa a una diminuzione del 28% di tale deterioramento, l’uso del computer a un tondo 30%. Ma anche le attività sociali incidono molto positivamente sul deterioramento cognitivo , riducendone il rischio di sviluppo del 23% . Largo quindi a rebus, parole crociate e navigazione in Internet. Senza trascurare gli incontri con gli amici e le attività all’aria aperta. I ricercatori – guidati da Yonas E. Geda – hanno esaminato dati relativi a 1929 adulti, con un’età minima di 70 anni, che non presentavano alcun problema cognitivo all’inizio dello studio. Il team ha valutato i partecipanti ogni 15 mesi e metà dei soggetti sono rimasti nello studio per più di quattro anni. Attraverso alcuni sondaggi i partecipanti hanno riferito la frequenza di diverse attività. Successivamente, i ricercatori hanno confrontato il rischio di una nuova insorgenza di deterioramento cognitivo lieve in base al fatto che le persone praticassero le loro attività almeno una o due volte a settimana o non più di due o tre volte al mese. Alla fine dello studio, 456 persone avevano sviluppato un deterioramento cognitive lieve.
Gli studiosi hanno esaminato più attentamente un sottogruppo di 512 persone che presentavano un maggior rischio di deterioramento cognitivo perché portatrici di una versione del gene dell’apoliproteina E (APOE), un fattore di rischio sia per il deterioramento cognitivo, sia per la demenza da Alzheimer. Per i portatori del gene APOE solo l’uso del computer e le attività sociali sono risultati associati a una riduzione del rischio di deterioramento cognitivo lieve.