Prevenzione, italiani poco informati. I dati di Cittadinanza attiva
Rafforzare l’informazione e migliorare l’accessibilità ai centri vaccinali, rendere effettiva la vaccinazione contro l’Herpes Zoster e porre la prevenzione al centro delle politiche pubbliche: questi sono i punti chiave emersi dall’indagine di Cittadinanza Attiva sulla prevenzione consapevole nell’età adulta.
Il lavoro presentato da Cittadinanzattiva Lazio ha voluto investigare l’attuale stato di conoscenza da parte di cittadini e operatori del valore della prevenzione. I questionari raccolti sono stati 433 dai cittadini e 192 dagli operatori sanitari.
L’informazione sulla prevenzione vaccinale
Una prima grande questione è legata alla corretta informazione sui vaccini, alla loro sicurezza, qualità, efficacia e agli eventuali effetti collaterali. Il 30,6% dichiara di non esser stato correttamente informato sui vaccini disponibili. Solitamente è il personale del centro vaccinale (52,6%) a fornire le informazioni, segue il medico di medicina generale (24,2%). Le due vaccinazioni più “gettonate” sono per il COVID (45%) e antinfluenzale (29%).
I cittadini che hanno dato risposte a campo aperto hanno sottolineato alcune aree di “crisi”: poca informazione sulla disponibilità vaccinazione in età adulta; quando e dove farli; effetti dei vaccini e loro gestione.
Inoltre, in modo maggioritario i cittadini ritengono che tra i motivi che scoraggiano le persone a vaccinarsi siano più significativi: poca informazione; paura per eventuali effetti controindicazioni/effetti collaterali; informazioni spesso contradittorie.
Tra le richieste, quelle di materiali informativi sul tema (è la seconda voce con punteggio massimo di 5 su scala da 1 a 5 superata solo dalla chiamata attiva).
Gli operatori sanitari, invece, ritengono che tra i motivi che scoraggiano le persone a vaccinarsi siano più significativi: paura per eventuali effetti controindicazioni/effetti collaterali; poca informazione; poca fiducia nei vaccini; informazioni spesso contraddittorie.
Sulle proposte gli operatori sanitari propendono per il colloquio individuale con il proprio medico di medicina generale, seguito poi da campagne di informazione sui mass media, colloquio con personale centro vaccinale.
Accessibilità alle campagne
Il dato maggioritario per la “vicinanza” del centro vaccinale è dato dalla risposta “mediamente vicino”, i tre luoghi che riscuotono maggiore successo sono in ordine: lo studio del medico di medicina generale; la farmacia; il luogo di lavoro.
Gli operatori sanitari confermano in qualche modo tale tendenza, con risposte prevalenti come “lo studio del medico di medicina generale”, seguito dal “centro vaccinale” e dal “luogo di lavoro”. Buone anche le preferenze per la “farmacia” e l’“ospedale”.
I dati quindi sottolineano che, per quanto attiene il tema “accessibilità” (fisica) il luogo di maggiore prossimità al cittadino sarebbe da preferire strutturando il servizio in modo coerente con le aspettative.
Focus Herpes Zoster
In generale, per i cittadini, la conoscenza dell’Herpes Zoster, dei sintomi e delle complicanze, della sua presenza nei LEA (74,3% non sa che la vaccinazione è un LEA e quindi un obbligo/obiettivo per le istituzioni) non è soddisfacente.
La domanda che rivela questo sentimento è: “chi le ha fornito le informazioni sugli effetti dell’Herpes Zoster” dove prevale la risposta “internet/social” seguita a grande distanza dalla risposta “il medico di medicina generale”.
Le domande sul Focus Herpes Zoster rivolte agli operatori sanitari rilevano da un lato una informazione sulla patologia abbastanza precisa. Il dato che fa riflettere maggiormente è però legato alla domanda: “Conosce l’offerta gratuita della vaccinazione anti Herpes Zoster in base alle coorti di età e condizioni di rischio per patologia nella tua Regione?” Il 56,6% ha risposto “no” evidenziando un aspetto legato al tema della informazione e delle procedure che pone domande da approfondire.
La prevenzione
“In generale chiunque dichiara che la prevenzione è centrale nelle politiche di salute pubblica, ma nella pratica assistiamo a difficoltà, ritardi, carenze. Su questo punto è necessario costruire un’alleanza forte tra istituzioni sanitarie, operatori e cittadini”, sottolinea Cittadinanza attiva.