Campi Flegrei, psicologi in campo
Psicologi in campo per contrastare la sindrome dei Campi Flegrei, perché se è vero che l’imprevedibilità crea inevitabilmente un clima di tensione e apprensione è altrettanto vero che è importante intervenire tempestivamente nel momento in cui avvengono questi fenomeni per fornire una prima forma di contenimento attraverso specifici protocolli di psicologia dell’emergenza.
Campi Flegrei, Frenare la paura
Dunque, non meraviglia che il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania, Armando Cozzuto, sia intervenuto in merito allo sciame sismico che ieri ha colpito la zona dei Campi Flegrei.
“La paura in questo caso è una reazione normale di fronte a un pericolo reale – ha detto -. Con eventi sismici di tale portata è impossibile non spaventarsi, ma allo stesso tempo è importante che la reazione non sfoci nel panico per evitare di mettere in atto comportamenti controproducenti o inadeguati”.
Vivere nei Campi Flegeri
Del resto, lo stesso presidente Cozzuto è un cittadino di Pozzuoli ed “essendo attualmente coinvolto in prima persona – spiega – posso testimoniare che sono tantissime le figure che sono intervenute e tra queste ci sono gli psicologi, nel caso specifico parliamo dell’associazione Psicologi per i popoli che è stata prontamente attivata dalla Protezione civile, così come verrà coinvolta l’associazione Sipem”. Queste associazioni sono in genere le prime ad intervenire in questi contesti, disponendo di una serie di protocolli che consentono di contenere e ridefinire il vissuto traumatico per evitare l’insorgere di disturbi come, ad esempio, quello post-traumatico da stress.
Campi Flegrei Sostegno concreto
Il presidente degli psicologi ricorda che la paura rappresenta una reazione sana quando ci troviamo di fronte ad un pericolo reale, ma la presenza degli psicologi aiuta a mitigare i vissuti. “Abbiamo assistito a scene critiche ma ben gestite, anche perché si sono creati degli spazi di confronto tra i cittadini che hanno coinvolto anche i tanti bambini presenti. Una cosa che ha consentito, con l’aiuto degli psicologi e la collaborazione dei genitori seppur provati, di poter raccontare loro in maniera adeguata quello che stava accadendo”.