Annegamenti, troppe morti insopportabili
In Italia, il fenomeno degli annegamenti rappresenta una tragica realtà che ogni anno distrugge troppe famiglie. Con una media di circa 400 decessi l’anno, di cui il 10% sono minori, l’importanza della prevenzione e della sorveglianza diventa evidente. In vista della Giornata Mondiale per la Prevenzione dell’Annegamento, istituita dalle Nazioni Unite e celebrata il 25 luglio, gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno fornito preziose indicazioni per ridurre al minimo i rischi associati a questo pericoloso fenomeno.
I numeri degli annegamenti
Secondo i dati ISTAT, negli ultimi dieci anni in Italia sono morte per annegamento 3.760 persone, di cui 429 erano bambini e ragazzi. Il Lazio registra una media di 16 decessi all’anno, mentre nel centro Italia, tra il 2012 e il 2021, sono morti 55 minori. L’Istituto Superiore di Sanità, tramite il suo Osservatorio, riporta che ogni anno si registrano 800 ospedalizzazioni per annegamento, circa 60.000 salvataggi sulle spiagge e oltre 600.000 interventi di prevenzione effettuati dai bagnini.
Prevenzione
La prevenzione è fondamentale per ridurre il rischio di annegamento. È essenziale impedire l’accesso non controllato all’acqua mettendo, per i più piccoli, delle vere e proprie barriere fisiche. Ad esempio cancelli e porte chiuse, ma bisogna anche coprire le piscine quando non sono in uso. Controllare la temperatura dell’acqua, utilizzare braccioli e ciambelle, e familiarizzare i bambini con l’acqua fin dai 6 mesi di vita sono misure cruciali.
Sorveglianza
Il dottor Sebastian Cristaldi, responsabile del DEA II Livello del Bambino Gesù, sottolinea che la sorveglianza è la forma di prevenzione più efficace. “Sorveglianza non vuol dire solo non perdere mai d’occhio i bambini quando sono vicini o dentro l’acqua, vuol dire anche stargli vicini in modo da poter intervenire tempestivamente in caso di imprevisti”. Anche una breve distrazione, come una telefonata, può essere fatale. Per i bambini sotto i 5-6 anni, la presenza di un genitore in acqua è indispensabile, mentre per quelli più grandi è fondamentale non perderli mai di vista, poiché possono essere trascinati sott’acqua da onde o correnti.
Rispetto delle regole
Rispetto delle regole è un altro elemento cruciale per prevenire gli annegamenti. Gli adulti devono dare il buon esempio e rispettare le segnaletiche che indicano i divieti di balneazione per ragioni di sicurezza. “Non si può fare il bagno ovunque ci sia l’acqua: fiume, lago, mare,” afferma Cristaldi. Il rispetto delle limitazioni non solo protegge gli adulti, ma insegna ai bambini l’importanza della sicurezza.
Come intervenire
Quando un episodio di annegamento si verifica, è vitale intervenire rapidamente. Lanciate in acqua qualsiasi oggetto galleggiante a cui il bambino possa aggrapparsi e il soccorso deve essere effettuato da abili nuotatori. Una volta portato il bambino a riva, se le condizioni sono buone, deve essere messo in posizione seduta e invitato a tossire. Se presenta segni di asfissia, bisogna liberare le vie respiratorie e, se necessario, praticare la respirazione bocca a bocca. In caso di perdita di coscienza, mancanza di respirazione o assenza di polso, è fondamentale richiedere immediatamente l’intervento di personale qualificato in grado di eseguire le manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Sensibilizzare
La prevenzione degli annegamenti richiede un impegno collettivo e costante. Sorveglianza, rispetto delle regole e interventi tempestivi possono salvare vite, specialmente quelle dei più piccoli. Proprio per questo la Giornata Mondiale per la Prevenzione dell’Annegamento è un’importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo grave problema che ancora oggi causa troppe morti e promuovere una cultura della sicurezza e della prevenzione.
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