Vuoti di memoria: quando preoccuparsi?
Può capitare di non ricordare dove abbiamo messo la macchina, se abbiamo chiuso il gas o la porta di casa. Piccole “defaillance” sono comuni e alcune persone le rivivono quasi ogni giorno. In quali casi, però, i vuoti di memoria possono essere preoccupanti? Il professor Alberto Albanese, responsabile di Neurologia in Humanitas ha chiarito i dubbi sulle cause e sugli aspetti a cui fare attenzione.
“Viviamo in un periodo stressante, in cui bisogna essere sempre connessi e iper-performanti, spesso sollecitati costantemente da stimoli e informazioni ed è naturale che, in questi contesti, la capacità di ricordare possa fallire – spiega il professore –. La memoria è compartimentalizzata, ogni volta le persone sono chiamate a ri-focalizzare l’attenzione su diversi argomenti, e non sempre si riesce a essere rapidi nel focalizzarsi e nel ricordare. Diciamo che, entro certi limiti, questo è normale. In generale – continua – esistono forme di demenza precoce che possono presentare disturbi come difficoltà di orientamento in luoghi conosciuti, difficoltà nel riconoscimento di persone o nel ricordare cose che dovremmo ricordare senza problemi: questo può destare preoccupazione, ma si tratta di forme rare e solitamente genetiche”.
In altre parole, piccoli vuoti di memoria non sono sintomi preoccupanti. Inoltre, la memoria può essere allenata con la pratica (ad esempio facendo i cruciverba o studiando) e imparando a focalizzare la concentrazione. Lo stile di vita, un’alimentazione sana e corretta e l’attività fisica sono altri fattori importanti, perché aumentano le aspettative sulla funzione cognitiva. “Molte persone con poca memoria – spiega l’esperto – temono che ci sia un legame tra i problemi di memoria nella loro giovinezza e lo sviluppo di malattie come la demenza o il decadimento cognitivo in età avanzata. D’altra parte, dimenticare dove si mettono le cose, anche quelle usate più spesso, non significa necessariamente lo sviluppo di demenza quando si sarà anziani. La demenza vascolare, la cui causa è aterosclerotica, passa attraverso la prevenzione dei disturbi circolatori, dell’ipertensione e delle malattie cardiache, quindi della salute generale del corpo”.
I consigli per allenare e migliorare la propria memoria:
– mantenere la mente attiva, con esercizi di logica, studiando una lingua straniera o suonando uno strumento;
– mantienere la pressione arteriosa a livelli inferiori a 120/80 mmHg;
– controllare il colesterolo totale evitando di superare la soglia dei 200 mg/dL;
– controllare la glicemia a digiuno, con valori entro i 100 mg/dL;
– non fumare;
– seguire una dieta sana ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e carni magre, prodotti caseari a basso contenuto di grassi, olio extravergine d’oliva;
– evitare il sovrappeso e mantenere un indice di massa corporea inferiore a 25 kg/m2;
– fare attività fisica aerobica, come ad esempio camminare, nuotare, andare in bici, per almeno 30 minuti al giorno;
– avere un riposo notturno sufficiente e di qualità adeguata. Dormire almeno 8 ore a notte aiuta anche a migliorare memoria e concentrazione.