Violenza di genere, tutti i segnali. 17mila operatori attivi nei Pronto Soccorso
“La violenza sessuale contro le donne e le ragazze affonda le sue radici in secoli di dominazione maschile. Non dimentichiamoci che quelle disuguaglianze di genere che alimentano la cultura dello stupro, costituiscono fondamentalmente una questione di squilibri di potere”. Lo ha detto il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne il 17 dicembre 1999 attraverso la risoluzione 54/134. Si celebra il 25 novembre di ogni anno e la scelta non è casuale, ma segna un brutale assassinio avvenuto nel 1960, nella Repubblica Dominicana, dove le tre sorelle Mirabal, considerate rivoluzionarie, vennero torturate e uccise.
La violenza contro donne e ragazze (VAWG) rappresenta una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che, ad oggi, non viene denunciata a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano. Questo tipo di violenza può manifestarsi in modi diversi, ad esempio come violenza fisica, sessuale e psicologica, che comprende
- – violenza del partner in situazioni di intimità (maltrattamenti, abusi psicologici, stupri coniugali, femminicidio)
- – violenza e molestie sessuali (stupro, atti sessuali forzati, avance sessuali indesiderate, abusi sessuali su minori, matrimonio forzato, molestie di strada, stalking, molestie informatiche)
- – traffico di esseri umani (schiavitù, sfruttamento sessuale)
- – mutilazione genitale femminile
- – matrimonio infantile
La violenza contro le donne continua ad essere un ostacolo allo sviluppo, alla pace così come alla realizzazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze per il raggiungimento dell’uguaglianza.
Quest’anno il tema dedicato alla giornata è Colora il Mondo di “Arancione: Finanziare, Rispondere, Prevenire, Raccogliere”. Il tema della campagna UNITE 2020, promosso da UN Women, prevede 16 giornate di attività, dal 25 novembre al 10 dicembre. Mentre la popolazione mondiale è chiusa nelle proprie case, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19, gli studi a livello globale mostrano un allarmante aumento della già esistente pandemia di violenza contro le donne. “Con la crisi c’è stato un picco nella segnalazione della violenza domestica, proprio nel momento in cui i servizi, legali, sanitari e sociali hanno deviato l’attenzione per affrontare la pandemia”, dichiara il rapporto Responsabilità condivisa, Solidarietà globale: Rispondere agli impatti socio-economici di Covid-19del Segretario Generale delle Nazioni Unite. La campagna di 16 giornate intende esortare a prevenire ed eliminare la violenza contro le donne.
Violenza di genere. Gli operatori attivi in Italia
Sono 17.637 gli operatori sociosanitari dei Pronto Soccorso formati con successo (su un totale di 26.347 professionisti coinvolti) dall’Istituto Superiore di Sanità per l’individuazione precoce e l’assistenza alle vittime di violenza. Dei 651 Pronto Soccorso presenti in Italia, quelli che hanno aderito al programma formativo a distanza sono stati 642, di questi il 97,7% ha avuto almeno un dipendente/professionista che ha concluso l’intero programma formativo.
I dati sono stati diffusi oggi. Il programma di formazione a distanza, nato da un accordo tra il Ministero della Salute (Ufficio 9 – Tutela della salute della donna, dei soggetti vulnerabili e contrasto alle diseguaglianze, Direzione generale della prevenzione sanitaria) e l’Istituto Superiore di Sanità (Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione – Dipartimento Malattie Infettive e Servizio Formazione- Presidenza), ha l’obiettivo di individuare il più rapidamente possibile i segni di violenza attraverso le competenze tecnico-scientifiche e comunicativo-relazionali degli operatori sociosanitari che entrano in contatto con vittime, talvolta inconsapevoli e più spesso silenziose.
La pandemia Covid-19, inoltre, ha aumentato la probabilità di abusi a seguito del maggior tempo trascorso in casa dalle donne insieme agli stessi maltrattanti.
Altro effetto dell’emergenza è l’aumento del consumo di alcol da parte dei maltrattanti, un importante fattore di rischio, in quanto spesso causa scatenante di episodi di violenza domestica.
Contatti utili per le vittime di violenza
Chi è vittima di violenza può contattare:
• Numero Rosa 1522 gratuito antiviolenza e anti stalking, che fornisce assistenza e supporto tutti i giorni 24 ore su 24.
• App 1522 per smartphone, disponibile su IOS e Android, che consente alle donne di chattare con le operatrici e chiedere aiuto e informazioni in sicurezza, senza correre il rischio ulteriore di essere ascoltate dai loro aggressori.
• App You Pol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche. Tramite questa App è possibile trasmettere in tempo reale messaggi agli operatori della Polizia di Stato. È possibile telefonare direttamente dall’App al numero unico di emergenza 112; nel caso questo non sia attivo risponderà la sala operativa 113 della Questura.
• Centri Antiviolenza. Consulta la Mappa dei centri anti-violenza per trovare quello più vicino.
• Pronto Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso sapranno, oltre che curarla, indirizzare la persona vittima di violenza verso un percorso di uscita dalla violenza.
• Farmacie
• Telefono Verde AIDS e IST 800 861061 se hai subito violenza sessuale. Personale esperto risponde dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore 18.00. Puoi accedere anche al sito www.uniticontrolaids.it
• 112 – Chiamare il numero di emergenza senza esitare, né rimandare:
o in caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica;
o se si è vittima di violenza psicologica;
o se si sta fuggendo con i figli (eviti in questo modo una denuncia per sottrazione di minori);
o se il maltrattante possiede armi.