Tumori pediatrici: cure a due velocità in Europa
La buona riuscita delle terapie nei bambini affetti da tumore in Europa è molto influenzata dalle disuguaglianze economiche presenti. Lo certifica il report dell’OMS/Europa, dal titolo “Disuguaglianze del cancro infantile nella regione europea dell’OMS”, diffuso in occasione della Giornata internazionale contro il cancro infantile del 15 febbraio. L’Organizzazione Mondiale della Sanità mette in luce il diverso approccio nella diagnosi e nella cura dei tumori in età pediatrica e adolescenziale nei diversi paesi del Continente. Il principale fattore determinante è la differenza di reddito all’interno del territorio europeo. Negli ultimi decenni la scienza ha realizzato enormi progressi nella sopravvivenza del cancro infantile. «Oggi possiamo curare fino all’80% dei tumori infantili, rispetto al 30% degli anni Sessanta», ha spiegato il dottor Nino Berdzuli, Direttore della Divisione Salute del Paese Programmi, OMS/Europa. Tuttavia, se «nei paesi ad alto reddito, il cancro non è più una condanna a morte per bambini e adolescenti. Sfortunatamente, questo non è però vero in tutte le zone d’Europa». Lo dimostra l’enorme differenza sui dati che riguardano la sopravvivenza a cinque anni di distanza dalla diagnosi.
Tasso di mortalità dei tumori pediatrici varia nei diversi continenti
Il tasso di mortalità dei bambini affetti da tumore cambia in base al reddito della propria nazione: varia infatti dal 9% di alcuni Paesi al 57% di altri. All’interno dell’Europa esistono enormi disuguaglianze nell’approccio alla malattia e alla cura, non solo tra i paesi a reddito più alto e quelli a basso reddito, ma anche all’interno di uno stesso Paese, tra aree geografiche e differenti gruppi socioeconomici o anche in base al genere. Il rapporto è il frutto di un importante lavoro di raccolta analisi di fonti pubblicate, compresi gli studi dei 53 Stati membri della regione europea dell’OMS, dall’Islanda a ovest al Kirghizistan a est. Tra questi stati, 34 sono considerati paesi ad alto reddito, 14 paesi a reddito medio-alto e 5 paesi a reddito medio-basso. Emerge come talvolta gli ospedali non dispongano di medicinali sufficienti e i genitori debbano procurarsi i farmaci da soli, sono state inserite le esperienze vissute dei bambini malati di cancro e delle loro famiglie per sottolineare il grave impatto delle disuguaglianze sull’approccio terapeutico. Inoltre, la mancanza di consapevolezza di che cosa è il cancro infantile e la conoscenza dei protocolli standardizzati di trattamento del tumore in età pediatrica possono determinare una diagnosi mancata, ritardata o imprecisa. Quando mancano le strutture, invece, i bambini vengono curati in reparti per adulti. La pandemia da COVID-19 ha reso queste situazioni ancora più difficili e complesse.
Il rapporto elenca una serie di raccomandazioni per ridurre le disuguaglianze nella cura del del cancro infantile, come: investire nella raccolta e nell’analisi dei dati, garantire diagnosi e cure gratuite, finanziare la formazione professionale di medici e infermieri e sostenere i guariti, anche con aiuti finanziari. Nel frattempo l’OMS e il St. Jude Children’s Research Hospital (USA) hanno annunciato lo scorso dicembre la creazione di una piattaforma che aumenterà notevolmente l’accesso ai farmaci contro il cancro infantile in tutto il mondo.