Stress, nemico troppo spesso sottovalutato
Tutti ne parlano e tutti lo subiscono o dicono di subirlo, ma forse nessuno lo conosce davvero: il termine «stress» è ormai quello più utilizzato dagli italiani. Un nemico che spesso ci accompagna durante tutta la giornata, tutto l’anno, spesso addirittura nei periodi di meritato relax. Siamo al punto che lo stress ha assunto ormai un vero e proprio carattere «psicosociale». Dallo stress che dilania, a giusta ragione, il lavoratore e il disoccupato, a quello più effimero dell’uomo, donna, giovane o anziano che non sa come «decomprimere» le tensioni legate al tran tran quotidiano. Del resto, dalla Harvad Medical Scholl a Stanford, generazioni di ricercatori si sono trovati concordi nell’individuare nello stress il principale responsabile (o quasi) della maggior parte delle patologie. Da quelle cardiologiche fino alle malattie oncologiche: prime due cause di mortalità nella società industrializzata. È stato ampiamente dimostrato, infatti, che alti livelli di stress stimolano la produzione di alcune citochine infiammatorie, per alcune delle quali è stato provato addirittura un rapporto direttamente proporzionale con l’insorgenza di alcune tipologie di malattie neoplastiche. Dunque, possiamo dire che lo stress è un nemico spesso sottovalutato: più di un lavoratore su quattro in Italia, ad esempio, soffre di stress lavoro correlato, legato principalmente all’incapacità di gestire le incombenze del proprio impiego, le richieste o le aspettative riposte. Ma, diciamola tutta, questo stress negli ultimi anni è sempre più spesso correlato all’incertezza e alla precarietà del lavoro. La cosa preoccupante è che, nella società dell’iperconnessione, lo stress non risparmia neanche le agognate vacanze, considerate molto spesso status symbol, più che momento di condivisione di tempo, passioni e disconnessione dal mondo virtuale. La vacanze diventano così troppo spesso «una prestazione» da condividere, sui social ovviamente. Un momento nel quale finiamo per riporre tante, troppe, aspettative. Di qui le relative ansie e paure. Il consiglio? Fare ciò che si vuole realmente, perché viaggiare è sempre esplorare prima se stessi. LEGGI L’ARTICOLO CORRELATO