Sindromi simil-influenzali in aumento, quali sono i rischi
Aumenta il numero di casi di sindromi simil-influenzali (ILI) in Italia, il dato emerge dagli ultimi bollettini della sorveglianza RespiVirNet. “Sono diversi gli agenti patogeni che concorrono all’aumento delle sindromi simil-influenzali cui assistiamo anche questa settimana. Tra questi, si trova il SARS-CoV-2 che ormai si è insediato stabilmente tra noi e che circola a livelli sostenuti con il virus influenzale, così come il virus respiratorio sinciziale responsabile di bronchioliti nei bambini più piccoli. – commenta Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento Malattie Infettive dell’Iss -. E questo conferma l’importanza della vaccinazione soprattutto per le persone anziane, con malattie croniche o comunque fragili. Raccomandiamo anche una sana prudenza da osservare soprattutto se si hanno sintomi respiratori e se si è in presenza di bambini molto piccoli, persone anziane o con fragilità”.
Sindromi simil-influenzali, dati principali
Tra i campioni risultati positivi, il 25% era positivo per SARS-CoV-2, l’11% per RSV, il 28% per influenza A, mentre i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori.
All’aumento dei casi di sindromi simil-influenzali (ILI) in Italia concorrono diversi virus respiratori e non solo quelli dell’influenza, sebbene la circolazione di questi ultimi sia in aumento. L’incidenza è in aumento nelle fasce di età pediatriche, stabile negli adulti e anziani. L’incremento è maggiore soprattutto nei bambini al di sotto dei cinque anni in cui l’incidenza è pari a 47,1 casi per mille assistiti (36,5 nella settimana precedente).
Tutte le Regioni/PPAA, tra quelle che hanno attivato la sorveglianza, registrano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale, tranne la Basilicata. In quattro Regioni/PPAA è stata raggiunta la soglia di intensità “molto alta” dell’incidenza (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Campania).