Scars of life, quando le cicatrici diventano medaglie
Modelle che hanno attraversato l’inferno della malattia mostrano come medaglie le cicatrici di una battaglia combattuta e vinta. Si chiama «Scars of life» la mostra fotografica ospitata al Cardarelli di Napoli fino al 30 marzo e realizzata in collaborazione con il Comitato Ad Astra. Gli scatti sono quelli del fotografo Daniele Deriu, che su Facebook spiega «Ho sempre mostrato i “segni di una lotta” nei miei lavori. Alcune volte appena percepiti, altre volte assai più evidenti. Le cicatrici servono a ricordarci che siamo dei sopravvissuti. Sono le memorie delle nostre battaglie, le ustioni dei nostri personali inferni. Alcune donne hanno accettato di mostrarle, di lasciare una testimonianza. “Ecco guardate”, dicono, dall’inferno si può tornare. Lottare non è vano».
Non abbiate paura
Con questa mostra il Cardarelli di Napoli si è posto ancora una volta al fianco delle donne. «Vogliamo mostrarvi – ha detto il direttore generale Ciro Verdoliva – l’insulto al corpo delle donne dovuto a malattie importanti come trapianti di cuore, amputazioni, tumori. Sono donne che mostrando le loro cicatrici vogliono dare coraggio a chi quella battaglia la sta ancora portando avanti e vive in un inferno». Ed è a queste donne che Verdoliva si rivolge nel dire: «Non abbiate paura, affidatevi anche nelle mani dei professionisti del Cardarelli che hanno il solo scopo di lavorare per garantire la salute».
Testimonial d’eccezione
Testimonial dell’iniziativa è l’attrice Cristina Donadio: «Orgogliosa, felice ed emozionata», anche perché lei stessa è una di quelle donne che ha conosciuto l’inferno della malattia, e ne è uscita. «Questa mostra fotografica – ha sottolineato – rende onore e vita alle donne meravigliose colpite da tumore e spero di poter essere fotografata anche io al più presto. Ritengo che ogni donna che ha attraversato l’avventura del tumore si porta dietro un segno, ha un valore aggiunto e quel segno racconta il nostro essere guerriere per noi e per gli altri». Donadio ha affrontato la sua malattia a Napoli (prima, durante e dopo) e ora può raccontare con fierezza di aver vinto la propria battaglia.