Salute, troppi fake a causa del web
Tante, tantissime fake news in fatto di salute. Il dato è allarmante: a causa dei social network e per colpa di un’informazione sempre più piegata alle esigenze della notizia istantanea, molto spesso quanto leggiamo in fatto di salute è semplicemente una bufala.
Genesi di una cospirazione
Come nasce una cospirazione? Basta diffondere sui mass media dati sbagliati o che possano essere mal interpretati quando ci si trova davanti a una notizia dai contorni incerti o quando la notizia è in divenire (come nel caso di un momento di crisi). Lo rivela uno studio dell’Università di Exeter pubblicato su Health Communication. «Abbiamo scoperto che le teorie del complotto – spiega Ben Lyons, ricercatore che ha condotto l’analisi – possono essere diffuse in modo implicito, ad esempio se un articolo di giornale include dettagli non collegati che potrebbero essere interpretati erroneamente, perché poi cerchiamo naturalmente di integrare tutte le informazioni presentate. I dettagli vaghi possono diffondere credenze legate alla cospirazione, anche se il giornalista non ha intenzioni malevole».
Lo studio
Ma come è stato possibile arrivare a queste conclusioni? A 1.018 persone provenienti dagli Stati Uniti è stato chiesto di leggere articoli con fake news sulla salute pubblica. Lo studio ha citato alcune notizie sull’epidemia di Zika e sul fatto che questa fosse il risultato del rilascio di zanzare geneticamente modificate da parte di una filiale di un’azienda farmaceutica con l’obiettivo, poi, di generare la necessità di un vaccino, con conseguenti profitti aziendali. In realtà, proprio le zanzare geneticamente modificate sono state rilasciate dopo l’epidemia per controllare la diffusione della malattia. «La disinformazione sulla salute è una preoccupazione crescente – dice Lyons – Speriamo che questo studio contribuisca a fornire una comprensione più approfondita della trasmissione delle convinzioni sulle teorie del complotto, in particolare del ruolo potenziale dei media. L’attuale ciclo di notizie sulle 24 ore potrebbe portare i media a presentare ospiti che fanno accenni a informazioni false o storie più nefaste di quanto non lo siano le prove evidenti».