Quei 55 “furbetti” finiti ai domiciliari
Li chiamano “furbetti del cartellino”, in realtà sono solo una piaga per l’intera collettività. Oggi nell’occhio del ciclone ci è finito un ospedale di frontiera di Napoli, il Loreto Mare, dove in 55 sono finiti ai domiciliari- Altri 34 sono invece indagati. L’operazione del Nas dei Carabinieri ha coinvolto a vario titolo anche un neurologo, un ginecologo, 9 tecnici di radiologia, 18 infermieri professionali, 6 impiegati amministrativi, 9 tecnici manutentori e 11 operatori socio sanitari. La vicenda, già di per molto squallida, è resa ancor più amara dalla consapevolezza delle mille difficoltà tra le quali il personale (quello che a lavoro ci va) è costretto a muoversi. In presidi dove l’età media è altissima e ogni giorno si cerca di coprire i turni nonostante un blocco del turnover che va avanti da anni, c’è chi a lavoro ci va solo per “timbrare il cartellino”, prima di infilare la porta e pensare ai fatti propri. Tanto disperata la situazione che 50 dei 55 finiti ai domiciliari hanno avuto dal giudice il permesso di presentarsi comunque a lavoro, così da non compromettere l’assistenza. Ironia della sorte, questi dipendenti “furbetti” ora potranno uscire di casa solo per andare a lavoro. I cinque che non hanno avuto l’autorizzazione ad andare al lavoro sono invece i professionisti del cartellino, quelli che timbrato al posto dei colleghi. Tra fine novembre 2014 e l’inizio del 2015 due di questi avrebbero timbrato rispettivamente 433 e 493 volte al posto dei titolari del badge. Tra gli indagati, ripresi reiteratamente dai sistemi video investigativi, due operatori socio sanitari «che avevano la disponibilità di 20 badge da “strisciare”quotidianamente, a seconda dei turni di servizio dei colleghi da ‘coprire’, grazie anche a continui contatti telefonici, di regola sms». Tra i casi emersi dall’indagine, quello di un medico che risultava presente mentre se ne era andato in taxi a giocare a tennis, a sbrigare incombenze di carattere privato oppure a fare compere in gioielleria.
L’Ordine dei Medici
Su Facebook il presidente dei camici bianchi partenopei Silvestro Scotti scrive «chi si assenta dal suo lavoro e bene che venga assentato anche dalla professione. Comportamenti come quelli ripresi nell’indagine del NAS dei Carabinieri non sono degni di un paese civile.Ci rammarica che anche dei medici risultino coinvolti nella cricca dei ‘furbetti del cartellino’, se le accuse a loro carico dovessero risultare fondate l’Ordine dei Medici di Napoli sarà implacabile nell’applicare le sanzioni previste. Episodi simili danneggiano i cittadini/pazienti e il rapporto di fiducia che questi hanno con chi è chiamato ad assisterli”. È categorico il presidente Silvestro Scotti nel commentare i fatti di cronaca che vedono nell’occhio del ciclone parte del personale dell’ospedale Loreto Mare. “Voglio anche che sia chiaro – conclude il leader dei camici bianchi – che non accetteremo mai che questi comportamenti possano ledere l’onorabilità e la rispettabilità dell’intera categoria. I comportamenti di pochi non possono gettare a mare i quotidiani sacrifici dei più».