Prevenzione dimenticata ai tempi del Covid
«Oltre al dramma dei decessi, che purtroppo si susseguono ancora senza sosta, il Covid sta creando un danno silente che pagheremo negli anni a venire. Sono completamente saltate le visite di prevenzione e di controllo: se continuiamo così troppi pazienti anziani si troveranno a fronteggiare un tumore della prostata diagnosticato con ritardo». A lanciare un allarme, che è anche un invito alla prevenzione, è Fabrizio Iacono, medico chirurgo e professore associato di Urologia alla Federico II di Napoli. Se il tumore della prostata è evidentemente uno dei problemi più gravi e quali si può andare incontro, non si deve però sottovalutare anche tutta quella serie di patologie spesso considerate «minori» e che possono invece incidere molto sulla salute. È il caso del varicocele, che un tempo veniva intercettato precocemente grazie ai «tre giorni», vale a dire alla visita per la leva militare. «Oggi, molto spesso, gli uomini non si accorgono del problema prima dei 25-30 anni – dice Iacono -, è questo può avere ripercussioni pesanti sulla possibilità di avere dei figli».
FERTILITA’
Lo specialista spiega che il varicocele è caratterizzato da una dilatazione delle vene testicolari. «Colpisce il 20% circa degli uomini ed è difficile scovarlo senza una visita. Molto spesso il varicocele riguarda il testicolo sinistro (70%), nel 25% dei casi è bilaterale e più raramente colpisce il testicolo destro (5%). Se non trattato può portare a problemi di infertilità». Per avere una diagnosi certa bisogna ricorrere ad un eco-color-doppler, fortunatamente oggi è possibile intervenire con la chirurgia mininvasiva. «Negli anni sono state messe a punto diverse tecniche chirurgiche per la correzione del varicocele», prosegue Iacono. In particolare, le metodologie di intervento oggi possibili sono cinque, ma quella più efficace e meno invasiva è senza dubbio la microchirurgica con accesso subinguinale-scrotale. «È la tecnica che offre i risultati migliori in termini di assenza di recidiva-persistenza del varicocele e soprattutto in termini di disconfort per il paziente. La tecnica prevede una microincisione di circa un centimetro in una zona che non avendo muscolatura addominale permette un facile isolamento e una repertazione del funicolo spermatico. Tutti i vasi venosi dilatati vengono isolati, legati e sezionati». Semplificando, si tratta di un piccolo intervento che si realizza in anestesia locale e dura appena 15 minuti. Con quasi totale assenza di recidiva e la possibilità di tornare sin da subito alla vita di sempre.