Pascale, un orologio per controllare a distanza i pazienti
È da uno smartwatch che arriva la risposta del Pascale al pericolo di contagio da Covid-19 per i pazienti oncologici. L’Istituto per i tumori di Napoli lancia infatti il telemonitoraggio e lo fa proprio dotando i pazienti di un orologio da polso capace di leggere e trasmettere in tempo reale una serie importante di parametri vitali: saturazione dell’ossigeno, temperatura corporea, frequenza cardiaca e respiratoria, e persino l’elettrocardiogramma e altri dati individuati di volta in volta. Dall’altro lato una centrale operativa raccoglie i dati e consente ai medici di analizzare la situazione di salute di ogni singolo paziente. Insomma, un progetto che offre ai degenti la possibilità di assistere a casa da remoto i pazienti domiciliati per coronavirus e i pazienti oncologici dimessi per i quali è necessario un monitoraggio.
KNOW HOW
L’esperimento, va detto, nasce sulla scia di altri progetti già realizzati al Pascale, si pensi all’app per il controllo a distanza dei pazienti in radioterapia per tumore alla prostata e terapia biologica domiciliare per le pazienti col tumore al seno. Uno studio basato sull’impiego di diversi device che consente di riempire di contenuti nuovi la telemedicina. E a rendere ancor più preziosa questa nuova esperienza è il fatto che i dati di tutti i pazienti a domicilio confluiranno in tempo reale sulla piattaforma della rete oncologica da cui un medico dedicato potrà conoscere e valutare l’andamento dei valori nei singoli pazienti.
NUOVE STRATEGIE
Per il direttore scientifico Gerardo Botti il «monitoraggio e la sorveglianza sanitaria domiciliare dell’infezione da coronavirus associati al follow up dei pazienti oncologici, rappresentano di fatto le due ulteriori strategie sanitarie da approfondire ed implementare in una fase di pandemia non ancora debellata e di cui non è prevedibile con certezza la durata nel prossimo futuro». Soddisfatto anche il dg Attilio Bianchi per il quale il Pascale, con le sue attività di ricerca clinica e traslazionale è ormai un riferimento per gli studi anti Covid in corso ed altri in avvio su farmaci e vaccini, volti a proteggere i pazienti oncologici e gli operatori sanitari che li seguono con attenzione non solo in Istituto.