Morbillo, situazione critica da Nord a Sud
Epidemia di morbillo, da Nord a Sud è allarme rosso.A Roma in 4 mesi, vale a dire dal primo gennaio al primo maggio 2017, all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma i ricoveri di bambini colpiti dal morbillo si sono più che decuplicati rispetto allo stesso periodo del 2016. Sono infatti passati da 4 nel 2016 a 47. A sottolineare all’Ansa la gravità del fenomeno è il presidente della Società italiana di pediatria (Sip), nonché responsabile del reparto Pediatria generale e malattie infettive dell’ospedale Bambino Gesù, Alberto Villani.
Aumentano i casi
«Il calo della copertura vaccinale per il morbillo – ha affermato Villani – sta portando, come previsto, ad un aumento dei casi. La malattia si diffonde ma è da tempo che le società scientifiche hanno messo in guardia: l’aumento dei casi è un dato atteso e frutto di una disattenzione collettiva». Dei 47 ricoveri registrati al primo maggio, precisa Villani, «18 presentavano complicanze e oltre la metà, pari a 25, hanno riguardato bambini molto piccoli sotto l’anno di età e che, quindi, non potevano essere già vaccinati». In particolare, rileva, «4 ricoveri hanno riguardato bimbi sotto il mese di vita».
Campania maglia nera
Grave in tutto il paese, la situazione sembra particolarmente critica in Campania. A lanciare l’allarme sono stati di recente i medici della Fimmg Napoli. «Le coperture per molte malattie sono sotto la soglia di sicurezza – avevano avvertito i leader provinciali Corrado Calamaro e Luigi Sparano -, se non si programma adesso il prossimo anno potremmo rischiare un’epidemia». Servono azioni che «non possono non riconoscere la centralità dei medici di famiglia». Il tema dei vaccini torna di grande attualità anche perché a breve andrà fatta la ricognizione sul fabbisogno della prossima campagna vaccinale. «Sbagliare adesso – dicono Calamaro e Sparano – significherebbe trovarsi domani con un grosso problema da affrontare».
Il ruolo dell’informazione
In fatto di vaccini malattie come il morbillo stanno assumendo contorni critici a causa della scarsa informazione e delle «false notizie». «Sono molti i nostri assistiti – concludono i leader provinciali della Fimmg – che temono effetti collaterali in realtà inesistenti e che per questo tendono a non vaccinarsi. Un grosso problema è legato all’effetto del passaparola sui social, dove le fonti sono del tutto inaffidabili e il sentito dire rischia di essere considerato come una verità assoluta».