L’intimità ritrovata scacciando i tabù
Per effetto di quello che evidentemente è un gap culturale ancora tutto da risolvere, per gli uomini affrontare il tema della salute è sempre molto difficile. Figurasi quando si tratta di salute riproduttiva o, addirittura, di problemi dell’apparato genitale. Un vero tabù. Di questi temi, e dei progressi enormi fatti dalla chirurgia, abbiamo parlato con il professor Fabrizio Iacono, urologo e andrologo, pioniere della chirurgia andrologica a Napoli. È proprio lui a svelare che «la chirurgia genitale maschile ha avuto negli ultimi decenni una decisa evoluzione grazie all’avvento di tecniche sempre più raffinate, ideali per correggere diversi problemi che solo un ventennio fa erano considerate poco risolvibili o corredate di un’enormità di complicanze. Tutto questo si è sempre sommato al pregiudizio di non avere mote remore a parlare di patologie che ci colpiscono nella sfera più intima». Per fare degli esempi, tra i casi più comuni si pensi alla chirurgia dell’uretra in caso di malformazioni congenite, come quella che consiste nella posizione anomala del “meato uretrale esterno” (vale a dire il condotto attraverso il quale si fa la pipì) e che si chiama ipospadia o anche le stenosi, che sono restringimenti causati da infiammazioni sottovalutate e mal curate. «Le tecniche chirurgiche del passato – ricorda Iacono – prevedevano interventi ripetuti e spesso con risultati poco soddisfacenti, sia dal punto di vista estetico che funzionale. Oggi abbiamo tecniche che adoperano lembi di mucosa della bocca per ricostruire lunghi tratti dell’uretra, in un unico intervento si ottengono risultati straordinari e le complicanze sono molto rare».
MICROCHIRURGIA
Anche le malformazioni del pene sono oramai facilmente risolvibili con metodologie chirurgiche molto raffinate che possono restituire la giusta forma nei casi di incurvamento congenito o acquisito (in caso di malattia di La Peyronie, ndr) .«Un’altra richiesta che spesso viene rivolta a noi chirurghi che ci occupiamo di questa materia – prosegue il professor Iacono – è l’allungamento del pene. In questi casi va sempre posta la massima attenzione clinica, perché molto spesso si tratta solo di insicurezze e non di problemi reali. In rari casi, però, effettivamente c’è esigenza di un intervento e questo tipo di chirurgia ci consente di avere risultati gratificanti, riuscendo ad ottenere effetti cosmetici molto buoni». Sentito da moltissime coppie è poi il tema dell’infertilità maschile, un campo nel quale oggi si possono raggiungere risultati straordinari in casi per i quali prima non c’erano possibilità. «L’azoospermia (assenza totale di spermatozoi, ndr) e uno degli esempi lampanti. Grazie alla microrchirurgia (microtese) possiamo estrarre direttamente gli spermatozoi dal testicolo per procedere poi ad una successiva fecondazione in vitro (ICSI) con risultati di gravidanze nel 40-50% dei casi. In più, tecniche chirurgiche già collaudate sono diventate sempre meno invasive, come l’intervento per varicocele che prevede già da molti anni un accesso chirurgico molto piccolo a livello inguinale e si può eseguire in regime di “dayhospital” e in anestesia locale».