L’emergenza ospedaliera dà i numeri, addio ai colori
Quante volte in quelle serie tv sui medici in prima abbiamo sentito urlare: «Codice rosso, presto è gravissimo». Beh, nelle fiction italiane (così del resto nella realtà del Paese) l’allerta massima sta per diventare: «Codice 1, presto è gravissimo». Strano? Sì, lo è. Ma tutto sta ad abituarsi. Scherzi a parte, questo nuovo codice di classificazione delle priorità dovrebbe servire a ridurre sia i tempi di attesa, sia la possibilità che si producano errori di valutazione da parte dei medici.
SCALA DA 1 A 5
Dunque, non più codice bianco, verde, giallo o rosso, bensì dei numeri, così come stabilito dalle nuove linee guida sul triage intraospedaliero. Il Lazio sarà la prima regione a partire a gennaio i numeri dell’emergenza, con una fase di sperimentazione. L’obiettivo, come detto, è ridurre i tempi di attesa e diminuire il margine di errori medici. I nuovi codici, vanno da 1 a 5, dove 1 rappresenta i casi più gravi (emergenza), 2 l’urgenza, 3 l’urgenza differibile, 4 l’urgenza minore e 5 la non urgenza. I primi tre sono a medio-alta intensità di cure, mentre gli ultimi due a moderata-bassa intensità. I tempi stimati di accesso vanno da immediato a 240 minuti.
ALLEATO DEI PAZIENTI
«Aspettiamo ancora il quadro normativo di riferimento, per il Lazio c’è stata una riunione in Regione e pare che si dovrebbe partire dal primo gennaio – spiega il presidente Simeu, Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza, Francesco Rocco Pugliese – servono cinque codici triage perché in particolare abbiamo il codice verde che racchiude il 60-70% degli utenti del Pronto Soccorso e che ha dentro una grande fascia di variabilità della sintomatologia acuta. In Toscana già applicano da molti anni cinque codici colore, il criterio numerico in questo senso non è una grande variazione. Ci sarebbero da risolvere problematiche legate al rifacimento dei protocolli a cinque codici e alla conseguente formazione del personale medico-infermieristico, oltre che alla definizione delle responsabilità. Ci vorrebbe poi un’adeguata informazione al cittadino, che il codice rosso lo capisce meglio. Il Pronto Soccorso – conclude – con 20-25 milioni di prestazioni ogni anno in Italia, non è nemico del cittadino ma alleato. Il codice non è una cosa punitiva e il triage è uno strumento organizzativo. Vorrei verificarlo sul campo, ma purtroppo non credo che con la nuova organizzazione si ridurrebbero i tempi di attesa per i pazienti meno acuti, anche se me lo auguro».